ZURIGO (awp/ats) - La borsa svizzera chiude in ribasso, per la seconda volta questa settimana: l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 11'213,91 punti, in flessione dell'1,05% rispetto a ieri.

Come era nella previsioni la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi, segnalando nel contempo di non avere fretta di abbassarli: il presidente Jerome Powell ha fatto sapere di ritenere improbabile un taglio già in marzo. Molto dipenderà comunque dalla congiuntura: vi è quindi grande attesa per i dati ufficiali sul mercato del lavoro americano che saranno pubblicati domani.

Gli operatori aspettano anche i trimestrali dei tre colossi tecnologici Apple, Amazon e Meta, che saranno resi noti stasera, dopo la chiusura di Wall Street. I pochi dati macroeconomici diffusi oggi nell'Eurozona e negli Stati Uniti non hanno per contro avuto soverchio impatto sui corsi.

Sul fronte interno i riflettori erano puntati su Roche (-5,50% a 233,50 franchi), che ha reso noto risultati 2023 inferiori alle previsioni degli analisti. Stando agli esperti diversi investitori si stanno rivolgendo ad altri titoli farmaceutici, che potrebbero avere maggiore potenziale: ecco così almeno in parte spiegati gli incrementi di Lonza (+0,68% a 427,70 franchi), come pure di Novartis (+1,28% a 90,54 franchi).

Nestlé (-0,21% a 98,35 franchi) è sempre più interessata - attraverso la filiale Nestlé Waters - dalla vicenda delle acque minerali sottoposte a trattamenti non conformi alle normative. Fra i valori maggiormente dipendenti dai cicli economici si è messa in mostra ABB (+1,66% a 37,30 franchi), che ha pubblicato cifre relative all'esercizio scorso bene accolte dalla comunità finanziaria; meno dinamici si sono mostrati Holcim (-1,57% a 65,12 franchi), Kühne+Nagel (-1,16% a 290,40 franchi) e Sika (-0,21% a 239,60 franchi).

UBS (-3,35% a 25,12 franchi) ha subito di sponda l'impatto dell'arretramento di corso del concorrente francese BNP Paribas, dopo la presentazione del bilancio 2023: c'è chi insomma ha preferito realizzare i guadagni su un valore che ha brillato negli ultimi mesi, invece che aspettare gli ultimi aggiornamenti aziendali in agenda la settimana prossima.

Nel mercato allargato l'attenzione era concentrata su Julius Bär (+0,89% a 47,72 franchi), che ha annunciato la svalutazione totale del suo credito di oltre 600 milioni di franchi nei confronti del gruppo immobiliare Signa e la partenza immediata del Ceo Philipp Rickenbacher: un cambio di passo che pare essere stato apprezzato, dopo settimane di incertezza. Comet (+2,30% a 293,40 franchi) ha informato sull'andamento degli affari mentre Straumann (+3,81% a 137,45 franchi) ha approfittato del risultati trimestrali, superiori alle attese, del concorrente americano Align.