Intorno alle ore 11,15 italiane, i futures sul Brent per la consegna di maggio scambiano in rialzo di 67 centesimi, o dello 0,8%, a 82,88 dollari il barile. Il contratto sul greggio statunitense di aprile guadagna 59 centesimi, pari allo 0,7%, a 78,52 dollari il barile.

Le speranze di un cessate il fuoco nella guerra di Israele contro Hamas si sono affievolite, con i negoziati in stallo al Cairo, mentre il conflitto minaccia di allargarsi in seguito agli intensi scontri tra Israele e i militanti libanesi di Hezbollah.

Sebbene il conflitto a Gaza non abbia portato a significative interruzioni delle forniture di petrolio, da novembre gli Houthi dello Yemen attaccano le navi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden in una campagna di solidarietà con i palestinesi.

In Russia, secondo esportatore di petrolio al mondo, un attacco ucraino alle infrastrutture energetiche ha provocato un incendio nella raffineria NORSI di Lukoil.

I vari fattori che sostengono i prezzi del greggio sono tuttavia contrastati dalle prospettive della domanda e dall'aumento dell'offerta da parte dei produttori esterni all'Opec.

L'Agenzia Internazionale per l'Energia (Aie) prevede che l'offerta di petrolio crescerà fino a raggiungere un livello record di circa 103,8 milioni di barili al giorno (bpd), quasi interamente grazie a produttori esterni all'Opec e al più ampio gruppo di produttori Opec+. L'offerta aggiuntiva proviene da Paesi come Stati Uniti, Brasile e Guyana.

Per quanto riguarda la Cina, primo acquirente di petrolio al mondo, le importazioni di greggio sono aumentate nei primi due mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, le importazioni sono diminuite rispetto ai mesi precedenti, con gli acquisti in continuo rallentamento.

Il mercato attende le stime sulla domanda nei report Opec, Aie ed Eia, si legge in una nota degli analisti di Anz.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Francesca Piscioneri)