La commissione finanziaria del Senato cileno ha votato per l'avanzamento di una nuova legge sulle royalties minerarie martedì, un giorno dopo che il governo ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con i legislatori per abbassare l'aliquota fiscale massima della legge sui principali produttori di rame.

La legge passa ora all'intero Senato, dove potrebbe essere votata già mercoledì. Se approvato, dovrà essere ripreso dalla Camera bassa, dopo che il Governo ha introdotto diverse modifiche in commissione.

Lunedì sera, il Governo aveva dichiarato di aver raggiunto un accordo con i senatori per ridurre l'aliquota fiscale massima al 46,5% dal 47% per le aziende che producono oltre 80.000 tonnellate di rame pregiato all'anno, e al 45,5% per quelle che producono tra 50.000 e 80.000 tonnellate.

Il disegno di legge aveva inizialmente proposto un tetto del 50%, ma questo è stato ripetutamente abbassato in seguito al dibattito legislativo e alle critiche dell'industria mineraria.

Il disegno di legge fa parte del più ampio piano del Governo di rivedere il sistema fiscale del Paese, una parte fondamentale del quale è stata

accantonata dal Congresso a marzo

dal Presidente di sinistra Gabriel Boric.

Il disegno di legge sulle royalties stabilisce anche un'imposta ad valorem dell'1% sulle vendite di rame da parte delle aziende le cui vendite superano le 50.000 tonnellate di rame fine, oltre a un'imposta che varia dall'8% al 26%, a seconda del margine operativo del minatore.

La Società Nazionale Mineraria del Cile, nota con le sue iniziali spagnole Sonami, ha rilasciato una dichiarazione martedì, affermando che anche con gli aggiustamenti alla proposta originale, l'onere fiscale totale del disegno di legge per il settore rimane più alto rispetto ai Paesi concorrenti. (Relazioni di Alexander Villegas, Natalia Ramos e Brendan O'Boyle; Scrittura di Sarah Morland; Redazione di Chris Reese e David Gregorio)