I prezzi dell'oro sono scivolati venerdì e si sono avviati verso il primo calo settimanale su quattro, appesantiti dal rafforzamento del dollaro e dall'aumento dei rendimenti obbligazionari, mentre gli investitori attendevano con ansia i dati sui libri paga non agricoli degli Stati Uniti, previsti nel corso della giornata.

L'oro spot era in calo dello 0,3% a $2.037,10 per oncia alle 1006 GMT. I futures sull'oro degli Stati Uniti sono scesi dello 0,3% a $2.044,50.

"L'oro è attualmente in calo di meno dell'1% per la settimana, in quanto i dati economici statunitensi più forti del previsto hanno spinto i rendimenti obbligazionari al rialzo e le aspettative di taglio dei tassi statunitensi al ribasso", ha dichiarato Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank.

"Un rapporto degli Stati Uniti (sui salari) più forte del previsto potrebbe mettere in discussione la determinazione dell'oro, dato il suo potenziale impatto di ulteriore smorzamento sulle aspettative di taglio dei tassi futuri".

I dati di giovedì hanno mostrato che i datori di lavoro privati statunitensi hanno assunto più lavoratori del previsto a dicembre, indicando una forza persistente nel mercato del lavoro.

I rendimenti di riferimento dei Treasury statunitensi a 10 anni hanno toccato un picco di tre settimane, mentre il dollaro è salito dello 0,3% e si stava dirigendo verso il maggior guadagno settimanale da maggio, rendendo l'oro più costoso per i possessori di altre valute. [USD/

L'attenzione si sposta ora sul rapporto sui salari non agricoli degli Stati Uniti, previsto per le 1330 GMT, per avere maggiore chiarezza sulle prospettive del percorso dei tassi della Federal Reserve. Gli economisti intervistati da Reuters prevedono che a dicembre siano stati creati 170.000 posti di lavoro, meno dei 199.000 di novembre.

I trader stanno valutando circa il 63% di possibilità di un taglio dei tassi da parte della Fed in occasione della riunione politica del 20 marzo, rispetto al 90% di una settimana fa, secondo lo strumento FedWatch del CME.

Altrove, l'argento spot è sceso dello 0,2% a 22,95 dollari l'oncia, mentre il platino è scivolato di circa l'1% a 948,15 dollari.

Il palladio è sceso dell'1,1% a 1.025,36 dollari l'oncia, nella sua nona sessione consecutiva di ribasso. "La combinazione di una sana disponibilità di scorte, di crescenti posizioni corte, di un calo della quota di mercato dei motori a combustione interna e della sostituzione del palladio hanno pesato sui prezzi, e ci aspettiamo che queste tendenze definiscano il tono delle contrattazioni nel 2024", ha dichiarato Suki Cooper, analista di Standard Chartered.