* Mercati azionari asiatici : https://tmsnrt.rs/2zpUAr4

* Il PIL cinese, le vendite al dettaglio battono le previsioni

* Nikkei, S&P 500 futures in calo dello 0,1%, ma dai minimi.

* Il petrolio sale mentre l'esplosione di un ospedale minaccia di allargare il conflitto

* I titoli obbligazionari sono stati nuovamente colpiti dal forte rapporto sulle vendite negli Stati Uniti.

SYDNEY, 18 ottobre (Reuters) - Le azioni asiatiche si sono stabilizzate mercoledì, mentre i dati economici cinesi suggerivano che le misure di stimolo di Pechino stavano finalmente guadagnando trazione, per poi essere oscurate dai timori di un ampliamento del conflitto in Medio Oriente, che hanno fatto salire i prezzi del petrolio.

Anche i mercati obbligazionari globali continuavano a subire forti perdite, dato che i solidi dati al dettaglio degli Stati Uniti sostenevano la necessità di un lungo periodo di tassi elevati.

Le prospettive per l'economia mondiale sembrano aver preso una piega migliore quando la Cina ha riportato una crescita economica annuale del 4,9% nel terzo trimestre, battendo le previsioni del 4,4%.

Le vendite al dettaglio e la produzione industriale di settembre hanno sorpreso al rialzo, suggerendo che l'attività stava guadagnando slancio. Ciò non ha impedito alle blue chip cinesi di scivolare dello 0,5%, mentre la cautela attanagliava i mercati.

L'umore si è incupito quando le autorità israeliane e palestinesi si sono scambiate le colpe per l'esplosione che ha ucciso centinaia di persone in un ospedale di Gaza, complicando il già difficile viaggio del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden nella regione.

La notizia ha contribuito ad un'impennata dei prezzi del petrolio, poiché gli investitori temevano che l'Iran o altre nazioni potessero essere coinvolte.

"Riteniamo che i rischi siano inclinati verso l'escalation e la diffusione del conflitto Israele-Hamas ad altri Paesi del Medio Oriente", hanno avvertito gli analisti di CBA in una nota. "È possibile un'impennata della volatilità e un declassamento delle prospettive di crescita economica globale".

L'umore sobrio ha lasciato l'indice più ampio di MSCI delle azioni dell'Asia-Pacifico al di fuori del Giappone in calo dello 0,1%, mentre il Nikkei giapponese è sceso dello 0,2%.

I futures dell'EUROSTOXX 50 e del FTSE erano entrambi piatti. I futures dell'S&P 500 sono scesi dello 0,2% e quelli del Nasdaq dello 0,1%.

I titoli tecnologici sono stati trascinati in parte da un calo di Nvidia, dopo la notizia che l'amministrazione Biden intende bloccare le spedizioni in Cina di altri suoi chip avanzati di intelligenza artificiale.

I mercati attendono ora con ansia i guadagni di Netflix e Tesla nel corso della sessione.

BOND BRUCIATI

Le azioni sono state anche messe sotto pressione da un balzo dei rendimenti obbligazionari, dopo che un rapporto da urlo sulle vendite al dettaglio di settembre negli Stati Uniti ha spinto gli analisti a rivedere al rialzo le previsioni di crescita economica sia per il terzo che per il quarto trimestre.

JPMorgan ha alzato la sua previsione di crescita al 4,3% annualizzato, dal 3,5%, mentre l'influente previsione GDPNow della Fed di Atlanta è balzata a un inebriante 5,4%.

I mercati hanno reagito valutando un maggior rischio che la Federal Reserve sia costretta a un nuovo rialzo. Una mossa a novembre è ancora vista come una possibilità dell'11%, ma a gennaio è salita al 50% dal 37%.

Il mercato ha anche ridimensionato le aspettative di tagli anticipati dei tassi, con nessuna possibilità di una mossa fino a giugno e circa 54 punti base di allentamento implicito per tutto il 2024.

Le obbligazioni l'hanno presa male, con i rendimenti a due anni che sono saliti fino a 14 punti base martedì, raggiungendo un picco di 16 anni del 5,24%. Il rendimento a due anni era ultimo al 5,20%, mentre quello a 10 anni era tornato vicino ai massimi recenti, al 4,84%.

L'impennata si è ripercossa sulle obbligazioni mondiali, con la Banca del Giappone costretta a condurre un'operazione non programmata di acquisto di JGB per frenare l'aumento dei rendimenti.

Mercoledì sono attesi altri commenti da parte della Fed, con l'intervento di non meno di cinque funzionari, prima di un'apparizione del Presidente Jerome Powell giovedì.

L'aumento dei rendimenti ha sostenuto il dollaro statunitense, in particolare lo yen giapponese a basso rendimento, dove il dollaro ha raggiunto 149,69 per minacciare di nuovo la resistenza principale a 150,00.

L'euro si è ridotto di un tocco a 1,0573 dollari, dopo aver toccato un massimo di 1,0595 dollari martedì.

I flussi di beni rifugio hanno fatto salire l'oro dello 0,7% a 1.938 dollari l'oncia, ben al di sopra del suo recente minimo di 1.809 dollari.

I prezzi del petrolio sono saliti ancora una volta, spinti dalle preoccupazioni per il Medio Oriente e dai dati che mostrano un calo delle scorte di greggio.

Il Brent è salito di 1,76 dollari a 91,66 dollari al barile, mentre il greggio statunitense è salito di 1,91 dollari a 88,57 dollari al barile.