La chiusura del governo degli Stati Uniti è stata evitata, mentre lo sviluppatore in difficoltà China Evergrande è sull'orlo del baratro e i mercati si stanno ancora adattando al mantra delle banche centrali sui tassi più alti per un periodo più lungo.

Se questo non bastasse a dare il via all'ultimo trimestre del 2023, ci sono le riunioni delle banche centrali dall'Australia alla Polonia e i dati sui posti di lavoro degli Stati Uniti, molto seguiti.

Ecco la settimana che ci aspetta sui mercati da Ira Iosebashvili a New York, Kevin Buckland a Tokyo e Harry Robertson, Karin Strohecker e Marc Jones a Londra.

1/ STALLO A WASHINGTON

Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato una legge di finanziamento provvisoria nella tarda serata di sabato, evitando uno shutdown governativo che minacciava di danneggiare ulteriormente il rating creditizio degli Stati Uniti, di esacerbare la volatilità del mercato e di ritardare i principali comunicati economici.

Tuttavia, i timori che la polarizzazione politica a Washington stia indebolendo la definizione delle politiche fiscali potrebbero persistere.

L'attenzione si sposta ora sull'attesissimo rapporto sulle buste paga non agricole di settembre, in programma venerdì. Gli economisti intervistati da Reuters prevedono che l'economia statunitense abbia creato 150.000 posti di lavoro a settembre, contro i 187.000 di agosto.

Dati più forti del previsto potrebbero rafforzare la posizione dei tassi 'più alti più a lungo' che sta danneggiando le obbligazioni e le azioni.

2/ NUOVO CAPO IN CITTÀ

Il nuovo governatore della Reserve Bank of Australia, Michele Bullock, la prima donna a capo della banca, presiede la sua prima riunione martedì.

Gli investitori saranno alla ricerca di segnali da parte della Bullock, nota per essere una persona che parla chiaro, per capire se la RBA ha finito con i rialzi o se potrebbero essercene altri dopo alcuni segnali di inflazione che si stanno spegnendo nel settore dei servizi. Il consenso è per una pausa.

La Cina è un altro rischio per l'economia australiana, naturalmente: un settore immobiliare che vacilla sull'orlo del collasso fa lampeggiare le luci rosse per le esportazioni australiane di materie prime.

La finestra su ciò che Pechino sta facendo per sostenere il settore - se c'è qualcosa - sarà sostanzialmente chiusa la prossima settimana, a causa delle vacanze della Settimana d'Oro.

Nel frattempo, la Reserve Bank della Nuova Zelanda si riunisce mercoledì. Nonostante un orientamento da falco, un rialzo è considerato un'ipotesi remota. L'attenzione si concentra su eventuali segnali per una possibile mossa a novembre.

3/ QUANDO FINISCE SETTEMBRE

I mercati danno il via all'importantissimo ultimo trimestre dell'anno, dopo gli ultimi mesi caratterizzati da un'impennata del 30% dei prezzi del petrolio.

I tassi più alti significano che i Treasury statunitensi e i Bund tedeschi - spesso la principale zavorra dei portafogli - sono costati agli investitori tra il 5,5% e il 6,5% nel terzo trimestre. Persino l'oro ha perso la sua brillantezza, il che significa che il dollaro è stato l'unico gioco di sicurezza in città.

Anche i rialzisti delle azioni sono stati penalizzati. Le azioni mondiali sono ancora in rialzo di un rispettabile 8% per l'anno, ma hanno ceduto quasi il 5% a settembre, con un'inversione di tendenza anche per i giganti tecnologici globali.

Il quarto trimestre, tuttavia, porterà un'altra stagione di guadagni e, mentre il boom dell'AI è ancora importante, gli analisti saranno molto concentrati su ciò che gli attori dell'economia tradizionale diranno in merito alla sofferenza dei costi, o alla mancanza di essa, che i loro clienti stanno avvertendo.

4/ IL CINQUE ALTO?

Il livello di crescita dei rendimenti dei titoli di Stato è sotto osservazione dopo l'ennesimo sell-off del mercato.

Il rendimento del Tesoro americano a 10 anni è salito al 4,6%, il livello più alto dall'ottobre 2007, in quanto gli investitori assorbono il messaggio della Federal Reserve secondo cui i tassi rimarranno alti fino a quando l'inflazione non sarà eliminata.

Questo ha anche reso più ripida la curva dei rendimenti, in quanto i rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza stanno aumentando molto più rapidamente di quelli a breve scadenza.

L'impennata dei rendimenti ha colpito le azioni e ha contribuito a spingere il dollaro ai massimi da quasi un anno.

ING ritiene che un handle del 5% per i rendimenti del Tesoro e del 3% per i Bund tedeschi a 10 anni siano "ogni giorno più probabili".

Al 2,9% circa, i rendimenti tedeschi sono vicini ai livelli più alti dal 2011.

5/ DI POLITICA E SONDAGGI

All'inizio di settembre, il governatore della banca centrale polacca Adam Glapinski ha stupito i mercati. Ha effettuato un taglio dei tassi di 75 punti base molto più ampio del previsto, portandoli al 6% per l'economia più grande dell'Europa emergente, dove l'inflazione è ancora a due cifre.

La mossa ha fatto scendere bruscamente lo zloty ed è arrivata in un momento di tensione per la Polonia, che andrà alle urne il 15 ottobre.

Con il costo della vita come terreno di scontro elettorale, il taglio drastico porta sollievo a coloro che stanno lottando con le rate del mutuo.

Ma si aggiunge anche alla pressione sul lato fiscale, combinata con un diluvio di promesse elettorali con impegni di spesa generosi in tutto lo spettro politico, alimentando le preoccupazioni sulle prospettive dell'inflazione.

Mercoledì, i responsabili delle politiche si incontreranno per decidere il prossimo passo dei tassi di interesse.