MILANO (Reuters) -Dopo l'inatteso profit warning lanciato lunedì scorso, Saipem vara una nuova struttura organizzativa con l'inserimento di due manager in arrivo dagli azionisti di riferimento Eni e Cdp, finalizzata a completare le revisione strategica in corso in vista del rafforzamento patrimoniale e finanzario del gruppo.

In una nota la società di ingegneria per il settore oil annuncia la costituzione di una nuova direzione generale con "ampie deleghe operative e gestionali" che da lunedì prossimo sarà guidata da Alessandro Puliti, finora direttore generale Natural Resources di Eni .

La nuova organizzazione prevede l'istituzione di una unità finalizzata a rafforzare l'attività di pianificazione e controllo finanziario delle commesse e delle altre attività gestionali e la concentrazione delle attività legali e negoziali in una funzione corporate nell'ambito della nuova direzione generale, spiega il comunicato.

A diretto riporto del nuovo DG arriva inoltre Paolo Calcagnini, attualmente vice direttore generale e chief business officer di Cdp, che si unirà al team management della società.

"La nuova organizzazione disegnata da Saipem è funzionale a migliorare la capacità esecutiva dei progetti e a completare la revisione strategica in corso finalizzata al rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo", spiega Saipem nella nota.

I risultati della revisione strategica saranno presentati al mercato in occasione dell'annuncio dei risultati preconsuntivi consolidati 2021 il 23 febbraio.

La decisione del Cda fa seguito alle pressioni esercitate da Eni e Cdp affinché la oil service riorganizzasse la propria struttura manageriale prima di avviare le misure finanziarie necessarie a metterla in sicurezza.

"Gli azionisti vogliono supervisionare quello che succede", spiega una fonte vicina alla situazione.

L'AD, Francesco Caio, che ha preso le redini della società lo scorso maggio dopo tre anni come presidente, è finito sotto pressIone dopo che aveva rassicurato il mercato sulle prospettive del gruppo non più tardi di tre mesi fa in occasione della presentazione del suo primo piano industriale.

In Borsa il titolo si muove erratico (-0,2%), recuperando comunque il ribasso odierno sulla scia del comunicato. Per la oil service controllata da Eni e Cdp è stata una settimana di autentica passione con il titolo precipitato lunedì scorso sui minimi dal 1992. In una settimana le azioni hanno perso oltre il 36% del loro valore.

A cogliere di sorpresa il mercato è stato il ritiro dell'outlook annunciato a ottobre e la previsione di perdite nel 2021 superiori a un terzo del capitale. Per questo la società ha detto che avrebbe avviato contatti con le banche e con gli azionisti per valutare "una tempestiva e adeguata manovra finanziaria". Si parla di una possibile ricapitalizzazione da oltre 1 miliardo di euro e di nuovi finanziamenti per riscadenzare il debito.

Tuttavia, gli azionisti di controllo sono riluttanti nel volere mettere altro denaro nella società in un aumento di capitale altamente diluitivo senza rassicurazioni sul futuro del gruppo, dice una fonte.

Eni, che aveva sottoscritto la ricapitalizzazione di 3,5 miliardi di euro nel 2016 dopo una serie di profit warning, detiene il 30% di Saipem con un valore di libro della partecipazione pari a 662 milioni. Cdp detiene un altro 12,5% del capitale.

(Andrea Mandalà, Giancarlo Navach in redazione a Milano Claudia Cristoferi)