MILANO (MF-DJ)---Sono stati pubblicati i risultati del Global Attractiveness Index 2021 (Gai), che vedono l'Italia posizionarsi al 20° posto, perdendo due posizioni nell'Indice di Posizionamento, ma recuperando il gap storico su Germania e Francia.

Il Gai, spiega una nota, mappa 148 economie del mondo, con quasi 1 milione di data point raccolti, e cerca di cogliere in che modo cambia la "geografia dell'attrattività" al variare della velocità di ogni Paese rispetto agli altri, non solo rispetto a se´ stessi. È un Indice relativo, in quanto sottopone ogni economia al confronto con "il migliore" (nel 2021 gli Stati Uniti), prendendo a riferimento quattro macro-aree (apertura, innovazione, dotazione ed efficienza).

Nel 2021, il Gruppo di Ricerca, ha deciso di rafforzare la proiezione al futuro dell'Indice Gai, con una chiave di lettura ancora più incentrata sul medio-lungo periodo, attraverso una nuova dimensione di analisi relativa alle Aspettative di Crescita. L'obiettivo si riflette nella necessita` di avere una dimensione predittiva e anticipatrice, per meglio valutare le prospettive future, in termini di attrattività, di un sistema-Paese. Inoltre, l'edizione 2021 ha visto l'introduzione, all'interno dell'Indice di Sostenibilità, di indicatori di disuguaglianza (reddito detenuto dal 10% piu` ricco e gender inequality index) e di progresso verso la "green economy" (quota di energia da fonti rinnovabili). Il tema della sostenibilita` vede l'Italia come esempio virtuoso nel panorama europeo. Come afferma Ignacio Izquierdo Saugar, Chief Executive Officer di Aviva Italia Holding, "il Paese vanta una serie di pratiche eccellenti che lo rendono una vera e propria best practice in Europa e nel mondo".

Chi perde e chi vince nel Gai 2021? L'Europa - pur mantenendo, nel complesso, un'attrattivita` alta - appare minacciata da America del Nord e Asia Pacifica. Basti pensare al dato relativo agli Investimenti Diretti Esteri (Ide): fra il 2009 e il 2019 la percentuale europea di Ide sul totale globale e` diminuita, passando dal 40% al 24%.

Come affermato da Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di The European House - Ambrosetti, "di questa ricomposizione del quadro mondiale, hanno beneficiato, in particolare, l'America del Nord (da 13% a 20%) e l'area Asean (da 3% a 12%)". L'Europa, inoltre, e` altresi` stata una delle aree piu` colpite dalla crisi economica innescata dal Covid-19, con una contrazione percentuale doppia rispetto alla media mondiale (- 6,5% vs. -3,2%). Tuttavia, se si considera il trend negli ultimi 5 anni, si registra un processo di accrescimento dell'attrattivita`. Infatti, nell'ultimo quinquennio, 20 Paesi europei su 27 hanno mostrato un miglioramento o mantenuto un posizionamento stabile. In questo quadro di fragilita` prospettica dell'attrattivita` europea, la ripresa economica e il potenziamento dell'attrattivita` dipenderanno strettamente dagli interventi strutturali che potranno essere messi in atto, in particolare grazie al programma Next Generation Eu.

Per quanto riguarda l'Italia, in un contesto europeo instabile, il Paese riesce ugualmente a mantenere un'attrattivita` medio-alta, posizionandosi al 20° posto (contro il 18° posto del Gai 2020). Nonostante un peggioramento di ranking, lo score risulta in miglioramento di circa 1,8 punti (61,32 al 2021 vs. 59,50 al 2020), che consente di recuperare "terreno" rispetto ad alcuni Paesi europei simili che lo precedono. Infatti, nel periodo 2017-2021 l'Italia ha guadagnato 3,93 punti nei confronti della Germania; 4,29 punti nei confronti della Francia; 15,65 punti nei confronti dei Paesi Bassi. In generale, guardando ai risultati del quinquennio, si puo` osservare un miglioramento complessivo dell'Italia, che guadagna cinque posizioni rispetto alla classifica dell'Indice di Posizionamento del Gai del 2017 (25° posto).

Il Gai ci restituisce una chiave di lettura critica del nostro Paese, evidenziandone non solo i punti di forza, ma anche - e soprattutto - le debolezze. In particolare, alla luce delle criticita` che emergono dall'edizione 2021 per l'Italia, il Gruppo di Ricerca ha formulato delle proposte che vanno nella direzione di un maggiore efficientamento e un migliore funzionamento del mercato del lavoro. Tra le altre cose, e` stata proposta una riforma dei centri per l'impiego e del sistema di formazione post-universitaria, con l'obiettivo di migliorare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro; l'introduzione di un salario minimo, da considerarsi come uno strumento di contrasto alla poverta` e slegandolo dal tema delle politiche attive del lavoro e un piano di politica industriale credibile per le nuove generazioni, per la creazione di l

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0510:45 set 2021

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September 05, 2021 04:46 ET (08:46 GMT)