Il dollaro è rimasto sostanzialmente stabile lunedì, mentre gli investitori attendevano ulteriori indizi per tracciare il percorso dei tassi di interesse statunitensi, sulla scia dei commenti cauti dei funzionari della Federal Reserve, anche se l'inflazione mostra segni di raffreddamento.

Lo yen giapponese ha iniziato la settimana con il piede sbagliato, indebolendosi un po' a 155,80 per dollaro, mentre i trader restano in attesa di segnali di intervento governativo. La valuta si è mossa in un range ristretto negli ultimi due giorni di trading.

I dati della scorsa settimana hanno mostrato che i prezzi al consumo statunitensi di aprile sono diminuiti, portando i mercati a prezzare 50 punti base (bps), o almeno due tagli dei tassi quest'anno, ma diversi funzionari della Fed hanno espresso parole di cautela su quando i tassi potrebbero scendere.

Di conseguenza, i trader scommettono su circa 46 punti base di allentamento quest'anno, con solo un taglio dei tassi a novembre pienamente prezzato.

Lunedì, l'euro era in rialzo dello 0,07% a 1,087525 dollari nelle prime contrattazioni, avvicinandosi al massimo di quasi due mesi di 1,0895 dollari toccato la settimana scorsa. L'indice del dollaro, che misura la valuta statunitense rispetto a sei rivali, era poco variato a 104,46.

L'attenzione si concentrerà ora sul rapporto sull'indice dei prezzi delle spese per i consumi personali (PCE) - l'indicatore preferito dalla Fed per l'inflazione - previsto per il 31 maggio.

"La Fed non disporrà di dati sufficienti entro la riunione di giugno o luglio per essere abbastanza sicura di tagliare i tassi", ha dichiarato Brian Jacobsen, capo economista presso Annex Wealth Management.

"Ad agosto, il presidente della Fed Powell potrebbe approfittare della conferenza di Jackson Hole per spiegare il suo pensiero sul percorso da seguire, con l'obiettivo di un taglio a settembre. Speriamo solo che i dati collaborino".

I mercati si concentreranno anche sui verbali dell'ultima riunione della Fed prevista per giovedì. Questa settimana sono previsti anche i PMI flash per la zona euro, la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti, oltre ad un elenco di relatori della Fed.

"Abbiamo Bostic, Barr, Waller e Jefferson nel calendario degli oratori di oggi (lunedì). Sembra probabile un commento più 'alto per più tempo'", hanno dichiarato gli economisti di ING in una nota.

Nelle altre valute, la sterlina era ultimamente a 1,2705 dollari, appena al di sotto del massimo di quasi due mesi toccato venerdì.

Il dollaro australiano era in rialzo dello 0,14% a $0,6703, mentre il dollaro neozelandese era poco variato a $0,61315.