L'Italia ha accusato quattro agenti di sicurezza egiziani di aver rapito e ucciso Giulio Regeni, uno studente post-laurea presso l'Università britannica di Cambridge, al Cairo nel 2016.

I quattro uomini sono processati in contumacia e non hanno mai risposto pubblicamente alle accuse. Le autorità egiziane hanno ripetutamente negato qualsiasi coinvolgimento dello Stato nella scomparsa e nella morte di Regeni.

"Il quadro complessivo che è emerso è quello di una rete che lentamente, tra il settembre 2015 e il 25 gennaio 2016, è stata stretta intorno a Regeni dagli imputati", ha detto il procuratore Sergio Colaiocco, intervenendo alla seconda udienza del processo.

Regeni era stato al Cairo per fare ricerche sui sindacati indipendenti egiziani per la sua tesi di dottorato, un tema delicato al Cairo, e aveva stretto amicizia con persone che riferivano segretamente alle forze di sicurezza locali.

"A causa di questa attività, gli imputati erano erroneamente convinti che Regeni fosse una spia inglese, inviata a finanziare i sindacati vicini alla Fratellanza Musulmana", ha detto Colaiocco.

Il procuratore ha detto che Regeni ha subito "orrende torture" nell'arco di una settimana ed è stato poi deliberatamente ucciso, aggiungendo che i dettagli della sua sofferenza saranno rivelati in una sessione successiva.

In tutto, l'accusa vuole chiamare 73 testimoni, tra cui 27 che vivono in Egitto. Colaiocco ha riconosciuto che l'Italia avrebbe avuto bisogno della collaborazione della polizia egiziana per notificare i documenti a questo gruppo, dicendo loro che dovevano comparire.

Non era chiaro se il caso dell'accusa sarebbe stato fatalmente compromesso se i testimoni egiziani non avessero testimoniato.

I procuratori italiani ed egiziani hanno inizialmente indagato insieme sul caso, ma sono giunti a conclusioni diverse, con l'Egitto che ha attribuito la colpa dell'omicidio a un gruppo di gangster, dopo aver inizialmente suggerito che fosse morto in un incidente stradale o in un'aggressione sessuale.

Il caso ha messo a dura prova i legami diplomatici tra l'Italia e l'Egitto, ma in un segno che le relazioni stanno tornando alla normalità, il Primo Ministro Giorgia Meloni si è recata al Cairo domenica come parte di una delegazione europea che ha firmato una 'partnership strategica' multimiliardaria con l'Egitto.

Il principale partito di opposizione di centro-sinistra italiano, il Partito Democratico (PD), ha denunciato la visita. "Non stringeremo accordi con regimi come quello egiziano che per anni ha protetto gli assassini di Giulio Regeni", ha detto la leader del PD Elly Schlein.