Alle 11,50 circa, i futures sul Brent scambiano in ribasso di 84 centesimi, o dell'1,95%, a 42,31 dollari al barile, il più grande calo giornaliero in due settimane. Il greggio Usa perde 90 cent, o il 2,19%, a 40,21 dollari al barile.

Gli operai del principale giacimento libico di Sharara hanno riavviato le attività, secondo due ingegneri che vi lavorano, dopo che la National Oil Corporation ha annunciato una revoca parziale dello stato di forza maggiore. Non è chiaro, tuttavia, quando e a quale livello potrà riprendere la produzione.

"In passato, la Libia si è dimostrata relativamente abile... nel riportare la produzione a circa 1 milione di barili al giorno. Tuttavia, lo stato delle sue infrastrutture petrolifere è una sfida da superare", ha detto l'analista di Bnp Paribas Harry Tchilinguirian.

"(Il) mercato petrolifero è a un bivio questa settimana per quanto riguarda i prezzi, e quale opzione sceglierà di seguire dipenderà in gran parte da quanti progressi reali si faranno in Libia".

Fornendo sostegno ai prezzi, la tempesta tropicale americana Beta, la 23a tempesta della stagione degli uragani atlantici di quest'anno, si è spostata a terra minacciando la produzione.