Il dollaro australiano e quello neozelandese sono scesi lunedì, in quanto l'attentato all'ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rafforzato le sue probabilità di rielezione, sollevando il biglietto verde, mentre i dati cinesi non hanno fornito alcun sostegno.

L'Aussie è scivolato dello 0,1% a $0,6772, dopo essere salito dello 0,5% la scorsa settimana per raggiungere il massimo di sei mesi a $0,6798, grazie ai differenziali di rendimento favorevoli. Il supporto si trova intorno a $0,6714, mentre la resistenza si trova al massimo dello scorso dicembre, a $0,6871.

Il dollaro kiwi è sceso dello 0,3% a 0,6098 dollari, dopo il calo dello 0,4% della scorsa settimana fino a 0,6065 dollari. La tendenza al ribasso è in atto da quando la banca centrale della Nuova Zelanda ha fatto un torto ai mercati e ha aperto la porta all'allentamento mercoledì scorso.

La reazione iniziale alla sparatoria mortale al raduno di Trump è stata quella di acquistare dollari americani e bitcoin, vendendo invece i Treasury americani a lungo termine. Queste operazioni potrebbero guadagnare popolarità in vista delle elezioni americane di novembre.

A non aiutare le valute antipodiche sono i dati economici della Cina, che hanno mostrato che la seconda economia mondiale è cresciuta del 4,7% nel secondo trimestre, mancando le previsioni degli analisti del 5,1%. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di maggiori stimoli da parte di Pechino, mentre è in corso un incontro di alti funzionari che si tiene una volta ogni cinque anni.

"Le aspettative sono basse per quanto riguarda la possibilità che l'incontro porti a iniziative politiche rivoluzionarie e che sollevi materialmente la fiducia nell'economia cinese", ha dichiarato Carol Kong, stratega valutario presso la Commonwealth Bank of Australia.

"Detto questo, i mercati osserveranno con attenzione se il governo segnalerà ulteriori politiche dal lato della domanda, ad esempio per stimolare la spesa dei consumatori o la spesa per le infrastrutture, il che potrebbe dare una spinta a CNH, AUD e NZD".

In Australia, gli investitori attendono il rapporto CPI della Nuova Zelanda mercoledì e i dati australiani sui posti di lavoro giovedì, entrambi considerati critici per le prospettive immediate dei tassi d'interesse.

Gli economisti prevedono che l'inflazione al consumo in Nuova Zelanda sia rallentata al 3,5% nel secondo trimestre, il valore più basso degli ultimi tre anni, rispetto al 4,0% del primo trimestre, il che rafforza l'ipotesi di un abbassamento dei tassi di interesse già ad agosto.

Un'ulteriore salita dell'attuale tasso di disoccupazione australiano, pari al 4,0%, sarebbe contro un rialzo dei tassi da parte della Reserve Bank of Australia (RBA) il mese prossimo, anche se molto dipenderà dal rapporto sull'inflazione del secondo trimestre, previsto per la fine di luglio.

I mercati vedono una probabilità del 15% che la RBA possa effettuare un rialzo dei tassi ad agosto, con il primo taglio dei tassi non completamente prezzato fino all'agosto del prossimo anno.

Il dollaro australiano si è attestato a 1,1106 dollari neozelandesi, sfiorando il massimo da 20 mesi a questa parte. (Servizio di Stella Qiu; Redazione di Jamie Freed)