Il dollaro australiano e quello neozelandese hanno esteso i loro ribassi a nuovi minimi di due anni mercoledì, mentre il dollaro rifugio ha ricevuto un'altra spinta da parte dei trader nervosi in seguito alla continua vendita di azioni e obbligazioni.

L'Aussie è scivolato dello 0,6% per sfondare i 64 centesimi e l'ultima volta è stato scambiato a 0,6395 dollari, il minimo da maggio 2020. Non è riuscito a sostenere un piccolo rally durante la notte e ha terminato la sessione in ribasso dello 0,4%. Non sembra esserci alcun supporto importante in vista.

Questo ha portato le sue perdite rispetto al dollaro americano quest'anno ad uno sconcertante 12%, anche se l'Aussie ha registrato un aumento dell'1% rispetto ad un paniere di valute dei suoi principali partner commerciali finora nel 2022, riflettendo l'ampia forza del biglietto verde.

La valuta degli antipodi non è riuscita a ricevere alcun sostegno materiale dai dati sulle vendite al dettaglio, migliori del previsto, che hanno mostrato che gli acquirenti australiani si sono dimostrati resistenti all'inflazione rovente e all'aumento dei tassi di interesse.

"Con la domanda di rifugio sicuro per l'USD ancora intatta, non ci sono segnali di allentamento della pressione sull'AUD", hanno detto gli analisti di ANZ.

Come se non bastasse, lo yuan cinese offshore ha toccato il minimo storico di 7,2 per dollaro. Molti investitori utilizzano l'Aussie come proxy per lo yuan, dato che la Cina è il principale mercato di esportazione dell'Australia e un motore dei prezzi delle materie prime.

Il kiwi ha perso lo 0,8% a 0,5585 dollari mercoledì, non troppo lontano dal minimo di marzo 2020 a 0,5469 dollari.

I solidi dati sulle vendite al dettaglio dell'Australia probabilmente rafforzeranno l'ipotesi di un rialzo dei tassi di 50 punti base da parte della Reserve Bank of Australia la prossima settimana. I mercati propendono per un aumento di mezzo punto al 2,85% martedì e vedono i tassi al 4,45% entro la metà del prossimo anno.

I rendimenti dei titoli di Stato australiani a 10 anni sono saliti di quasi 50 punti base nelle ultime cinque sessioni, raggiungendo i massimi da giugno. Tuttavia, hanno ancora sovraperformato i Treasury statunitensi, con uno spread di rendimento che si è ridotto a 15 punti base. (Redazione di Stella Qiu; Redazione di Ana Nicolaci da Costa)