L'indice del dollaro, che misura la valuta nei confronti dei sei principali concorrenti, è sceso dello 0,03% a 101,44, aggirandosi intorno al minimo di una settimana di 101,40, dopo essere sceso dello 0,6% durante la notte.

L'Indice dei Prezzi al Consumo è salito dello 0,1% il mese scorso, dopo essere salito dello 0,4% a febbraio, con un calo dei prezzi della benzina compensato da un aumento dei costi di affitto. Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto un aumento del CPI dello 0,2% a marzo.

"Sebbene i trend di disinflazione continuino e si siano ampliati nelle misure headline, core e supercore, il rapporto CPI non è certo un segnale di chiarezza sull'inflazione", hanno affermato gli strateghi di Saxo Markets.

Nel frattempo, i verbali dell'ultima riunione della Fed a marzo hanno mostrato che diversi responsabili politici della Federal Reserve hanno preso in considerazione la possibilità di sospendere gli aumenti dei tassi di interesse dopo il fallimento di due banche regionali, ma hanno concluso che l'inflazione elevata doveva essere affrontata.

I verbali hanno anche mostrato le proiezioni dello staff di una lieve recessione nel corso dell'anno.

La Fed ha aumentato i tassi di interesse di 25 punti base a marzo e i mercati stanno valutando il 70% di possibilità di un altro aumento di 25 punti base a maggio, secondo il CME FedWatch Tool.

Taylor Nugent, economista della National Australia Bank, ha detto che i dati dell'IPC e i verbali hanno fornito ampio materiale per chi legge le foglie di tè della Fed, notando che l'inflazione ha mostrato un progresso gradito, ma non travolgente.

Il Presidente della Federal Reserve di San Francisco, Mary Daly, ha dichiarato mercoledì che mentre la forza economica degli Stati Uniti, la rigidità del mercato del lavoro e l'inflazione troppo alta suggeriscono che la Fed ha "ancora del lavoro da fare" per quanto riguarda i rialzi dei tassi, altri fattori, tra cui l'irrigidimento delle condizioni del credito, potrebbero giustificare una pausa.

L'euro è salito dello 0,05% a 1,0994 dollari, dopo aver toccato i massimi di due mesi a 1,1005 dollari all'inizio della sessione.

Lo yen giapponese si è indebolito dello 0,04% a 133,20 dollari, mentre la sterlina è stata scambiata a 1,2486 dollari, in rialzo dello 0,04%.

Il dollaro australiano è sceso dello 0,01% a 0,669 dollari. Il kiwi è scivolato dello 0,23% a 0,621 dollari.