Il Brasile ritiene che le norme dell'Unione Europea che vietano i prodotti provenienti da aree di deforestazione siano "un affronto" alle regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, ha dichiarato lunedì il Ministro dell'Agricoltura Carlos Favaro.

Le regole dell'Unione Europea sono entrate in vigore a giugno e vieteranno i prodotti a partire dal dicembre 2024, dando al Brasile e ad altri esportatori il tempo di adattarsi.

Il Brasile, uno dei principali fornitori di materie prime, ha esportato quasi 12 miliardi di dollari di farina di soia, semi di soia, mais e prodotti a base di manzo nell'UE nel 2022, secondo i dati commerciali.

Favaro ha detto che i registri mostrano che "solo il 2% degli agricoltori brasiliani commette crimini ambientali", mentre il resto rispetta le regole e dovrebbe essere riconosciuto. Ha detto che se l'UE continua a non riconoscere gli sforzi del Brasile per proteggere l'ambiente, il Brasile dovrà lavorare per incrementare le relazioni commerciali con altri partner commerciali.

Una possibilità potrebbe essere quella di sostenere blocchi economici come il BRICS, che comprende grandi Paesi in via di sviluppo tra cui Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

"Ecco perché stiamo creando un nuovo blocco, rafforzando i BRICS, perché abbiamo opportunità commerciali e ci sono persone che riconoscono ciò che il Brasile fa".

In una recente dichiarazione a Reuters, la Commissione Europea (CE) ha contestato le affermazioni di protezionismo delle lobby agricole brasiliane. La CE ha affermato che le regole sulla deforestazione si applicheranno a tutti i partner commerciali "in modo equo e non discriminatorio".

Le lobby brasiliane della soia e della carne hanno espresso preoccupazione per il fatto che la CE disponga di strumenti efficaci per determinare se un prodotto proviene da un'area di deforestazione e per le disposizioni che classificano i Paesi in base al "rischio di deforestazione".

Per quanto riguarda l'uso dei sistemi di tracciabilità per valutare la deforestazione, la CE ha affermato che questo è possibile "a condizione che aiutino gli operatori a fornire la geolocalizzazione del luogo in cui le merci sono state prodotte".

La CE ha anche affermato che "i prodotti, anche se provenienti da Paesi con un livello di rischio elevato, possono continuare ad essere immessi sul mercato dell'UE, a condizione che l'azienda si sottoponga al processo di due diligence richiesto per dimostrare che sono privi di deforestazione". (Relazioni di Ana Mano; Redazione di Mark Porter e David Gregorio)