L'ex amministratore delegato di Telecom Italia (TIM) Luigi Gubitosi ha accettato di dimettersi dal consiglio di amministrazione della società, aprendo la strada al più grande gruppo telefonico italiano per nominare un successore, hanno detto due fonti vicine alla questione.

L'accordo risolve un'impasse che aveva lasciato TIM senza un amministratore delegato quando il gruppo affronta un approccio di acquisizione da 37 miliardi di dollari da parte del fondo di private equity americano KKR.

La crisi del consiglio di amministrazione di TIM ha complicato la risposta del gruppo alla proposta. KKR, la cui offerta è condizionata dall'appoggio del consiglio di TIM e del governo italiano, non ha ancora ottenuto l'accesso ai dati di TIM che ha richiesto prima di un'offerta formale.

Gubitosi ha lasciato il suo ruolo di amministratore delegato il mese scorso, dopo aver subito la pressione di Vivendi, il più grande investitore di TIM, e dopo aver perso la fiducia della maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione, a seguito di una serie di avvisi di profitto di TIM.

Ma Gubitosi non si è dimesso come direttore del consiglio, impedendo a TIM di nominare un nuovo amministratore delegato perché non c'erano posti liberi nel consiglio.

TIM ha promosso Pietro Labriola, il capo della sua preziosa attività brasiliana, come direttore generale e le fonti hanno detto che potrebbe essere nominato amministratore delegato una volta che un posto nel consiglio sarà disponibile. L'azienda, tuttavia, è ancora a caccia di un nuovo amministratore delegato.

Gubitosi ha raggiunto in ritardo giovedì un accordo con il comitato di nomina di TIM sui termini della sua partenza, hanno detto le fonti, aggiungendo che l'accordo era stato approvato in una riunione del consiglio di venerdì.

TIM potrebbe nominare il successore di Gubitosi in pochi giorni, una delle fonti ha detto, mentre l'altra fonte ha detto che la ricerca è destinata a richiedere più tempo.