Le azioni asiatiche hanno perso terreno giovedì, ancora penalizzate dallo scivolamento della Cina nella deflazione, con gli investitori particolarmente cauti in vista di un rapporto cruciale sull'inflazione negli Stati Uniti, che probabilmente influenzerà il percorso di politica monetaria della Federal Reserve.

Anche l'annuncio di un divieto statunitense sugli investimenti in tecnologie sensibili nella seconda economia mondiale ha pesato sul sentimento.

L'indice più ampio di MSCI delle azioni dell'Asia-Pacifico, al di fuori del Giappone, è sceso dello 0,33% e sembra destinato a registrare la seconda settimana consecutiva di perdite.

L'indice cinese delle blue-chip CSI 300 e l'indice Shanghai Composite hanno aperto in ribasso dello 0,1%, mentre l'indice Hang Seng di Hong Kong ha ceduto lo 0,6%.

Il Nikkei giapponese, invece, è salito dello 0,13%.

I dati cinesi di mercoledì, che hanno mostrato una deflazione a livello di prezzi al consumo e un ulteriore calo dei prezzi di fabbrica a luglio, hanno solo esacerbato le preoccupazioni sulla natura stentata della ripresa post-pandemia del Paese.

La Cina è la prima economia del G20 a riportare un calo dei prezzi al consumo su base annua dall'ultima lettura negativa del CPI del Giappone nell'agosto 2021.

Il dato evidenzia "la necessità di un maggiore sostegno fiscale, se Pechino vuole evitare la prospettiva di una trappola deflazionistica", ha dichiarato Rodrigo Catril, senior currency strategist presso la National Australia Bank.

Il Presidente Joe Biden ha firmato mercoledì un ordine esecutivo che proibirà alcuni nuovi investimenti statunitensi in Cina in tecnologie sensibili come i chip per computer e richiederà una notifica governativa in altri settori tecnologici.

"Questo significa una supervisione federale senza precedenti per controllare e talvolta ostacolare tali investimenti nel settore tecnologico cinese", hanno detto gli strateghi di Saxo Markets.

Gli investitori non sono stati disposti a fare grandi scommesse questa settimana, in vista del rapporto sull'inflazione degli Stati Uniti, previsto per giovedì.

Si prevede che il CPI statunitense mostri un leggero aumento dell'inflazione principale nel mese di luglio, con un incremento annuale del 3,3%, mentre il tasso core, che esclude i segmenti volatili di cibo ed energia, dovrebbe aumentare dello 0,2% nel mese di luglio, per un incremento annuale del 4,8%.

I mercati stanno valutando una possibilità superiore al 50% che la Federal Reserve abbia terminato i rialzi dei tassi d'interesse quest'anno, come mostra lo strumento FedWatch del CME, poiché l'inflazione si modera e la prospettiva di un atterraggio morbido aumenta.

Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è salito di 1,1 punti base al 4,019% nelle ore asiatiche, mentre il rendimento del titolo del Tesoro a 30 anni era al 4,186%.

Gli strateghi obbligazionari intervistati da Reuters si aspettano che i rendimenti dei Treasury statunitensi scendano nei prossimi mesi, con una previsione mediana per il rendimento del Treasury decennale al 3,60% tra sei mesi.

Nel mercato delle valute, l'indice del dollaro, che misura la valuta statunitense rispetto a sei valute simili, è rimasto invariato a 102,52. L'euro è sceso di 0,04 punti percentuali. L'euro è sceso dello 0,04% a 1,0969 dollari.

Lo yen giapponese si è indebolito dello 0,04% a 143,80 dollari per dollaro, mentre la sterlina era ultima a 1,2714 dollari, in calo dello 0,03%.

I prezzi del petrolio sono diminuiti negli scambi asiatici dopo aver toccato i massimi di sette mesi nella sessione precedente, in quanto le preoccupazioni per l'economia cinese hanno superato l'impatto positivo del forte calo delle scorte di carburante negli Stati Uniti e dei tagli alla produzione di Arabia Saudita e Russia.

Il greggio statunitense è sceso dello 0,07% a 84,34 dollari al barile e il Brent era a 87,48 dollari, in calo dello 0,08% nella giornata.

L'oro spot ha aggiunto lo 0,2% a 1.917,74 dollari l'oncia.