MILANO (MF-DJ)--Il primo ministro britannico, Boris Johnson, è rimasto aggrappato al potere a Downing Street, rifiutando di lasciare la carica ieri sera a seguito di un'ondata di dimissioni da parte di ministri e alti funzionari e delle richieste di lasciare l'incarico arrivate dai membri del suo stesso gabinetto.

Sono finora 53 i legislatori del partito conservatore che hanno lasciato i loro incarichi al governo - un numero mai visto prima nella storia politica britannica - e hanno dichiarato di non avere più fiducia nel premier a seguito di una serie di scandali e domande sull'integrità del leader britannico.

Un gruppo di membri del gabinetto, intanto, ha incontrato Johnson per chiedergli di prendere in considerazione l'idea di andarsene, hanno riferito alcune persone che hanno familiarità con la questione. Quando ieri pomeriggio i giornalisti hanno chiesto al premier se avrebbe lasciato l'incarico, Johnson ha risposto: "no, no, no". In una riunione con i Tory il primo ministro ha anche accennato al fatto che avrebbe indetto una nuova elezione piuttosto che lasciare Downing Street. Nel tentativo di ripristinare una certa autorità, Johnson ha risposto licenziando il membro del gabinetto e suo sostenitore di lunga data per la Brexit, Michael Gove, dopo che all'inizio della giornata aveva consigliato al premier di dimettersi.

I legislatori ribelli stanno ora valutando di cambiare lo statuto del partito conservatore per rendere possibile un secondo voto di sfiducia contro Johnson già la prossima settimana. Il primo ministro è sopravvissuto a un voto di sfiducia già il mese scorso e le regole del partito attualmente stabiliscono che un altro voto non possa tenersi per un altro anno.

Al centro della ribellione c'è la sensazione tra molti legislatori conservatori che Johnson abbia perso la fiducia degli elettori a seguito di una serie di scandali tra cui le feste tenute a Downing Street durante vari lockdown per il Covid-19. Più di recente, Johnson ha inoltre dovuto scusarsi per aver nominato un vice capogruppo dei Tory nonostante sapesse che aveva avuto in passato problemi di cattiva condotta sessuale. Questa debacle è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per molti nel partito di Johnson. "E' abbastanza", ha detto al premier in Parlamento ieri Sajid Javid, che ha lasciato la carica di segretario alla Salute martedì sera.

Il processo per spodestare Johnson sta diventando sempre più complesso. Essendo sopravvissuto a un recente voto di sfiducia, non esiste un meccanismo di partito per estrometterlo: sono i membri del suo governo che devono spingerlo a dimettersi. Johnson ha chiarito ripetutamente che non avrebbe lasciato l'incarico nonostante l'incontro con i membri del gabinetto, inclusi Gove e Nadhim Zahawi - che martedì Johnson ha promosso a capo del Tesoro - i quali gli hanno detto che il suo tempo era scaduto, ha riferito una fonte. Johnson ha affermato che le sue dimissioni porterebbero solo a una gara per la leadership e a "tre mesi di attacchi gli uni contro gli altri", ha detto un funzionario di Downing Street.

Con la guerra in Ucraina e l'incertezza economica, "questo è il momento in cui ti aspetteresti che un governo continuasse il suo lavoro", ha detto Johnson ai legislatori durante una turbolenta sessione di domande e risposte ieri alla Camera dei Comuni. Il premier ha anche detto che prenderà in considerazione la possibilità di dimettersi "se ci saranno circostanze in cui sentirà che è impossibile per il governo andare ad assolvere il mandato che ci è stato consegnato".

Il Comitato 1922 del partito conservatore, che sovrintende alle sfide della leadership, ha deciso di anticipare le elezioni per scegliere i leader del comitato esecutivo a questo lunedì. Il nuovo comitato potrebbe quindi scegliere di modificare le regole per innescare un nuovo voto di sfiducia in Johnson. Resistere al governo fino a un altro voto di sfiducia potrebbe far guadagnare tempo a Johnson, nella speranza che le cose si calmino nel frattempo nei ranghi del partito, secondo i funzionari.

Johnson potrebbe anche essere estromesso se la maggioranza dei legislatori alla Camera dei Comuni votasse a favore di una mozione di sfiducia. "Quella dovrebbe essere l'ultima risorsa", ha affermato Catherine Haddon, esperta costituzionale del Regno Unito presso il think tank dell'Institute for Government. Di fronte alla pressione sostenuta, Johnson potrebbe ancora decidere di dimettersi nel corso della settimana, affermano gli analisti. Ciò innescherebbe una lotta tra le diverse ali del partito conservatore, ha affermato Matthew Goodwin, professore di politica all'Università del Kent.

E' probabile che la crisi politica faccia ben poco per rassicurare gli investitori mentre il Regno Unito entra in una situazione economica sempre più turbolente e affronta la crescente minaccia della stagflazione. "La logica politica standard suggerisce che Johnson non possa andare avanti. Tuttavia, ha mostrato una straordinaria capacità di sfidare la gravità politica", ha affermato Kallum Pickering, economista presso la banca tedesca Berenberg, sottolineando che mesi di disordinate lotte intestine a livello politico potrebbero esercitare un'ulteriore pressione al ribasso sulla sterlina.

Johnson ha superato numerosi scandali durante la sua lunga carriera politica e sta cercando di farlo di nuovo. Di recente ha affermato di voler governare il Paese fino al 2030. Tuttavia, anche gli ex alleati si chiedono se possa farlo in un partito che è in aperta rivolta. "E' incredibilmente difficile immaginare come Johnson possa sopravvivere fino alla fine dell'anno", ha affermato Goodwin, aggiungendo che "la domanda ora non è se ma quando lascerà". In questa fase non c'è un successore chiaro di Johnson. Sunak, l'ex capo del Tesoro e un tempo manager di hedge fund, è visto come il favorito ma finora non si è ufficialmente lanciato sul ring.

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July 07, 2022 03:33 ET (07:33 GMT)