MILANO (MF-DJ)--Janet Yellen nella testimonianza di domani a Capitol Hill per l'audizione di conferma a segretario dell'Economia dell'amministrazione Biden dovrebbe affermare l'impegno degli Stati Uniti nei confronti di tassi di cambio determinati dal mercato e chiarire che gli Usa non vogliono avere un dollaro debole per ottenere un vantaggio competitivo, hanno detto i funzionari del team di transizione del presidente eletto.

Le osservazioni rappresenteranno un ritorno all'approccio di non intervento degli Stati Uniti sul dollaro, da cui il presidente Usa, Donald Trump, si era discostato chiedendo spesso pubblicamente un dollaro più debole.

L'ex presidente della Federal Reserve, apparirà domani davanti alla Commissione Finanze del Senato che considererà la sua nomina come prossimo segretario al Tesoro degli Stati Uniti, al posto di Steven Mnuchin.

Alla domanda sulla politica sul dollaro della nuova amministrazione, i funzionari hanno detto che Yellen dirà che "il valore del dollaro e di altre valute dovrebbe essere determinato dal mercato. I mercati si adeguano per riflettere le variazioni dei risultati economici e generalmente facilitano aggiustamenti nell'economia globale".

Yellen dovrebbe anche dire che prendere di mira i tassi di cambio per ottenere un vantaggio sleale nel commercio è inaccettabile. "Gli Stati Uniti non cercano una valuta più debole per ottenere un vantaggio competitivo. Dovremmo opporci ai tentativi di altri Paesi in tal senso", dirà la candidata.

Anche questo è coerente con la norma pre-Trump che vedeva le amministrazioni criticare i Paesi che influenzavano artificialmente il valore della propria valuta per avere un vantaggio competitivo.

Con la sua testimonianza domani Yellen punterà a utilizzare un linguaggio più preciso che rifletta la politica valutaria degli Stati Uniti di lunga data negli ultimi due decenni, hanno detto i funzionari del team di transizione. Gli Usa per decenni hanno adottato un approccio di non intervento sul dollaro, consentendo ai mercati di determinarne il valore. Dal 1995 gli Stati Uniti sono intervenuti sui mercati valutari solo tre volte: nel 1998, 2000 e 2011.

Yellen inoltre non trova utile commentare regolarmente il valore del dollaro e vuole chiarire che il Tesoro degli Stati Uniti, sotto la sua guida, non cercherà di indebolirne il valore, hanno detto i funzionari. Sotto l'amministrazione Biden nessun altro funzionario di gabinetto o personale della Casa Bianca parlerà del dollaro, hanno aggiunto.

Tale approccio segnerà un ritorno a un linguaggio più misurato sulla politica valutaria degli Stati Uniti, a seguito delle osservazioni frequenti e talvolta confuse negli ultimi anni da parte dei funzionari dell'amministrazione Trump, incluso il presidente.

Per circa un quarto di secolo, i funzionari della Casa Bianca e del Tesoro degli Stati Uniti, delle amministrazioni repubblicane e democratiche, hanno generalmente evitato di fare commenti sul dollaro, la Federal Reserve o i movimenti quotidiani dei mercati azionari.

Le amministrazioni presidenziali negli anni '70 e '80 commentavano regolarmente il dollaro e occasionalmente intervenivano ma durante l'amministrazione Clinton, il segretario al Tesoro Robert Rubin stabilì che il detentore di quella posizione era l'unico funzionario a poter fare commenti sul dollaro. Lui e i suoi successori hanno generalmente limitato le loro dichiarazioni all'affermare il sostegno a una valuta forte e stabile.

L'idea, trasferita alle amministrazioni successive, era quella di prevenire la volatilità nei mercati e le incomprensioni sulla posizione degli Stati Uniti sulla valuta.

Trump si è allontanato da quella norma, rinnegando il sostegno a un dollaro forte e sostenendo che ha ostacolato i suoi sforzi per ridurre il deficit commerciale degli Usa, mettendo le società statunitensi in una posizione di svantaggio competitivo. I funzionari dell'amministrazione Trump hanno anche valutato se utilizzare l'intervento valutario come arma nella loro guerra commerciale.

Mnuchin ha brevemente scosso i mercati valutari nel 2018 quando ha affermato che un dollaro debole avrebbe potuto essere un bene per il commercio statunitense, facendo eco alle dichiarazioni di Trump. Il segretario al Tesoro in seguito aveva detto che le sue osservazioni erano state estrapolate dal contesto.

Un dollaro forte avvantaggia i consumatori statunitensi di importazioni ma rende le esportazioni americane più costose per i clienti stranieri, pesando sui produttori statunitensi e riducendo i guadagni delle multinazionali quando convertono i profitti esteri in dollari.

Repubblicani e democratici al Congresso negli ultimi anni avevano chiesto un intervento per impedire al dollaro di rafforzarsi, durante un periodo in cui la Federal Reserve stava aumentando i tassi di interesse. I tassi di interesse più elevati tendono a rafforzare il dollaro aumentando i rendimenti delle attività statunitensi e attirando così investimenti esteri e acquisti di dollari.

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January 18, 2021 04:30 ET (09:30 GMT)