Per i pochi che non conoscono la società californiana, Airbnb è una piattaforma che consente ai privati di affittare le loro proprietà. Anche le aziende alberghiere, come hotel, affittacamere, bed and breakfast, che talvolta vengono messe da parte a favore degli alloggi Airbnb, hanno compreso il potenziale della piattaforma. Pertanto, anch’esse utilizzano i servizi del sito per entrare in contatto con i viaggiatori.

La rapida crescita dell'azienda si basa su semplici esigenze. I viaggiatori vogliono comfort, spazio, cucina (è molto più pratico) e personalizzazione. Il tutto in un ambiente che hanno scelto con precisione. Vogliono anche alternative last-minute in alta stagione (si pensi alla Sardegna in piena estate). Queste esigenze non sono più soddisfatte da hotel che offrono — in termini spicci, ovviamente — solo una camera con doccia. Occupare un intero appartamento sentendosi come a casa è più al passo con i tempi rispetto ad alloggiare in una normale camera d'albergo.

Una piattaforma molto visiva e facile da usare

Fonte: Airbnb

Il modello di business dell'azienda è piuttosto semplice: al momento della prenotazione Airbnb applica una commissione sia all’host che all’ospite, così da ottenere un guadagno su tutti i fronti.

Finora l'azienda ha effettuato importanti investimenti per la crescita — il cosiddetto "capex" — per espandersi e diventare un attore globale. Airbnb è quindi presente in qualunque luogo in cui il turismo è sviluppato: l'Europa e il Nord America sono le regioni più dinamiche, seguite dall'America Latina.

Questo sviluppo è stato reso possibile da diversi cicli di finanziamento. Infatti, le dimensioni sono essenziali per occupare un posto in questo mercato. Oggi sono più di quattro milioni gli host che offrono i loro alloggi sulla piattaforma online.

Oltre alla fenomenale crescita organica del gruppo — che da start-up è diventato un gigante con più di 5,6 milioni di annunci — l'azienda ha avviato una politica di crescita esterna mirata per diventare una piattaforma "a 360 gradi" aprendosi a diversi servizi che ruotano attorno all’hosting, come le attività o la prenotazione dei trasporti. Ad esempio, il leader mondiale degli affitti a breve termine ha acquisito la promettente società francese Lucky Homes, un servizio di concierge a favore dei privati che gestisce l'arrivo e la partenza degli inquilini, le pulizie ed eventuali problemi come le perdite d'acqua. Questo tipo di acquisizione dimostra l'opportunismo del gigante americano, che solo a Roma ha più di 24.000 annunci. L'acquisizione dell'app di prenotazione alberghiera last-minute HotelTonight è stata un’importante tappa nel 2019, in quanto si tratta della più grande acquisizione della società.

Airbnb ha anche lavorato molto sul supporto e l'assistenza ai suoi host, i locatori. È stato creato un importante servizio di formazione e consulenza per chiunque voglia affittare la sua proprietà. L'obiettivo è quello di guidare il locatore verso standard più severi per migliorare la qualità dell'alloggio offerto. E, tra parentesi, ridurre attriti e conflitti da gestire tramite la piattaforma.

Airbnb accompagna gli host nell'affitto

Fonte: Airbnb

Sebbene il mercato sia abbastanza recente, vista la democratizzazione delle prenotazioni su Internet, Airbnb opera in un settore ultra-competitivo. Vi sono numerosi operatori online, ciascuno con le proprie caratteristiche: VRBO, Homestay, 9flats, cozy cozy e molti altri. Siti di riferimento come TripAdvisor, Booking, Trivago, Expedia e Trip.com offrono alternative ai viaggiatori: questi colossi americani hanno ciascuno i propri seguaci e le proprie specificità. Tra questi, si distinguono Airbnb e Booking per una diversificazione che copre altri servizi oltre all'alloggio, mentre gli altri rimangono più concentrati sulle prenotazioni alberghiere.

Airbnb è un'eccezione nel suo settore, in quanto ha margini più elevati rispetto ai concorrenti. Solo Booking fa di meglio, con un margine netto che si avvicina al 23%. Tuttavia, Airbnb ha il vantaggio di avere una liquidità ben nutrita che le permetterà di continuare a investire — la società non paga dividendi agli azionisti — senza deteriorare la crescita. La liquidità è ben alimentata dalla generazione di free cash flow, che ha iniziato ad ingrandirsi a partire dall'esercizio finanziario conclusosi nel 2021 (2,2 miliardi di dollari all'epoca, poi 2,7 miliardi di dollari alla fine del 2022).

La struttura è ormai stabilita e i numeri sono pronti a decollare. Ecco l'esempio del terzo trimestre 2022

 

Fonte: Airbnb

Il titolo paga 42 volte gli utili previsti per il 2023 e la capitalizzazione è superiore a 8 volte il fatturato, più di qualsiasi altro operatore. Nonostante l'attività promettente per i prossimi anni, l'elevata redditività, lo status popolare — dire "abbiamo prenotato un Airbnb in montagna" fa chic, proprio come un titolo di lusso — e le qualità manageriali dei tre fondatori, Airbnb è oggi costosa. Ma sui mercati la qualità si paga sempre.

Resta il fatto che esiste un forte conflitto tra la piattaforma e le autorità locali. Queste ultime reclamano meno alloggi a breve termine nel cuore delle città per limitare gli appartamenti sfitti e mantenere l'attrattività. È il caso di Parigi, ad esempio, dove si moltiplicano le decisioni dei tribunali, spesso a favore della città, di limitare il numero di alloggi per brevi periodi.