MILANO (MF-DJ)--Le tempeste di aprile non sembrano finire per i mercati finanziari, su cui continuano a prevalere le vendite. Milano ha ceduto l'1,63%, con il sentiment sull'azionario gravato dai timori sulla crescita globale per via dell'impatto sull'economia di Pechino delle misure di restrizione per contenere il Covid.

Sullo sfondo restano poi le tensioni geopolitiche legate alla guerra tra Ucraina e Russia. Sul fronte delle banche centrali, occhi tutti puntati sulla Fed nella settimana della riunione del Fomc. Mercoledì la banca renderá nota la decisione di politica monetaria, con il mercato che si aspetta un aumento dei tassi da 50 punti base.

Di fronte a un'inflazione che continua a sorprendere al rialzo, spiegano gli esperti di Allianz Global Investors, "la Fed deve recuperare il tempo perduto e agire rapidamente e con forza", ma l'alto grado di incertezza sui futuri shock inflazionistici, legati in particolare all'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, "rende difficile l'esercizio di previsione. Tuttavia, è probabile che mantenga alta la volatilitá sui mercati dei tassi di interesse".

La riunione del Fomc della Fed in agenda domani e mercoledì "con ogni probabilitá segnerá un'accelerazione nel processo di normalizzazione monetaria negli Stati Uniti per combattere l'inflazione (che ha raggiunto l'8,5% a marzo in un anno e che potrebbe facilmente salire al 10% entro giugno). Dopo aver aumentato il tasso di riferimento di soli 25 punti base lo scorso marzo, a causa delle possibili ricadute macroeconomiche della guerra in Ucraina, questa volta il Fomc dovrebbe aumentare il tasso di 50 punti base, in un intervallo compreso tra lo 0,75% e l'1%. Altri rialzi dei tassi sono in arrivo: un terzo degli operatori prevede un aumento di 75 punti base il prossimo giugno", commenta Michele Sansone, Country Manager iBanFirst per l'Italia.

"Ci sono tutte le ragioni per credere che la banca centrale degli Stati Uniti dovrá essere aggressiva per mostrare la sua determinazione a combattere l'inflazione"; tuttavia, secondo iBanFirst "l'inflazione non scenderá presto. Come regola generale, l'aumento del tasso di riferimento richiede tra i nove e i dodici mesi per riflettersi nell'economia reale.

In altre parole, l'aumento dello scorso marzo dovrebbe davvero avere un impatto sull'economia solo il prossimo dicembre, nella migliore delle ipotesi". Quanto alla Bce, "la prossima riunione è prevista per il 9 giugno. Fino ad allora, sará necessario monitorare gli interventi dei principali membri del Consiglio direttivo: Christine Lagarde, Luis de Guindos, Philip Lane (capo economista) o Isabel Schnabel, per citarne solo alcuni. Potrebbero dare preziose indicazioni" su quanto atteso a giugno, aggiunge l'esperto.

Nel frattempo, aprile è stato "decisamente un mese no per i mercati finanziari, con l'S&P 500 che non ha mai chiuso una settimana col segno più", ricorda Gabriel Debach, market analyst di eToro, che segnala come l'indice abbia segnato un -13,3% da inizio anno: "Non avevamo assistito a una prestazione così deludente neanche nella crisi del 2020. A livello di comparazione, infatti, solamente il 1932 e il 1939 riportano valori peggiori, rispettivamente del 28,2% e del 16,8%. Se tuttavia dovessimo vedere il bicchiere mezzo pieno, in quei due anni le performance nei mesi successivi, fino al termine dell'anno, avevano segnato un +18,7% e un +14%. Una situazione che potrebbe essere ancora simile, con i fondamentali sotto pressione ma solidi, un'economia ancora forte e utili che guidano le trimestrali (con circa l'80% dei titoli che ha battuto le attese). Ovviamente difficile ipotizzare un rally paragonabile a quegli anni, ma quando prevale la paura (per riprendere una citazione di Warren Buffett) è il momento di essere avidi".

Per Alessandro Tentori, cio di Axa Im Italia, "è inutile nascondersi: Le performance degli indici azionari sono pessime. L'Msci World perde il 12,5% in dollari da inizio anno. Ma forse era lecito attenderselo, se avessimo saputo in anticipo che lo yield sul Treasury sarebbe aumentato di 135 punti base, peraltro in uno scenario geopolitico caratterizzato da una guerra in Mitteleuropa, da continue chiusure/riaperture in Cina e da un tasso di inflazione statunitense che a marzo ha fatto registrare il valore piú alto dal 1982. Dal punto di vista puramente macroeconomico è quindi lo shock asimmetrico - crescita rivista al ribasso, inflazione rivista al rialzo - a preoccupare non solo gli investitori, ma anche i banchieri centrali".

Per l'esperto "non è improbabile che i prossimi mesi siano accompagnati da una ulteriore accelerazione dell'inflazione, da tassi di interesse in ascesa nonchè da persistenti timori di recessione. In questo contesto sará il principio di razionalitá a indirizzare i portafogli azionari verso una limitata esposizione al tasso di interesse".

pl

paola.longo@mfdowjones.it


(END) Dow Jones Newswires

May 02, 2022 12:03 ET (16:03 GMT)