Il Governo italiano potrebbe mettere l'ex azienda siderurgica Ilva in amministrazione straordinaria, ha dichiarato giovedì a Reuters il Ministro dell'Industria Adolfo Urso, dopo che il suo principale azionista ArcelorMittal ha respinto un piano sostenuto dallo Stato per mantenere a galla il gruppo.

Lo stallo sulle Acciaierie d'Italia (ADI), come l'azienda è ora conosciuta, è un grosso grattacapo per il Primo Ministro Giorgia Meloni, in quanto migliaia di posti di lavoro nel sud sottosviluppato dell'Italia sono a rischio.

Ecco una spiegazione di ciò che è andato storto e di ciò che potrebbe accadere in seguito.

COS'È ILVA/ADI?

Ilva è stata fondata nel 1905. Il suo impianto più grande ha messo radici nella città meridionale di Taranto negli anni '60. Al suo apice produceva più di 10 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, ma in seguito agli scandali sui suoi terribili risultati ambientali, il gruppo è stato posto sotto amministrazione statale nel 2015.

ArcelorMittal, il secondo produttore di acciaio al mondo, ha assunto il controllo di Ilva nel 2018 e attualmente possiede il 62% di ADI, mentre l'agenzia di investimento statale Invitalia possiede il restante 38%.

Circa 8.200 persone lavorano direttamente nell'acciaieria di Taranto, mentre altre 3.500 sono impiegate nell'indotto.

COSA È ANDATO STORTO?

L'azienda non si è mai ripresa dalla drammatica flessione dello scorso decennio. Il Ministro dell'Industria Adolfo Urso ha dichiarato giovedì al Parlamento che ADI ha mancato gli obiettivi di produzione, producendo meno di tre milioni di tonnellate di acciaio nel 2023 a fronte di un obiettivo di quattro milioni.

L'azienda si è impegnata a decarbonizzare le sue attività, ma questo costerà miliardi di euro.

Lo scorso settembre, il Governo ha dichiarato che avrebbe finanziato iniziative ambientali per un valore di 2,27 miliardi di euro (2,5 miliardi di dollari), attingendo ai fondi dell'Unione Europea (UE), in cambio di ulteriori investimenti da parte di ArcelorMittal, ma il memorandum d'intesa è per ora congelato.

ArcelorMittal si è lamentata del fatto che Roma non ha rispettato gli impegni di investimento presi nel 2020, quando Invitalia ha accettato di prendere la sua partecipazione.

Questa settimana il Governo ha proposto che Invitalia inietti 320 milioni di euro in ADI e poi aumenti la sua partecipazione al 66%, come parte di un piano più ampio per rafforzare il capitale dell'azienda.

ArcelorMittal, tuttavia, ha rifiutato di fornire garanzie di ulteriori investimenti anche come azionista di minoranza, affossando la proposta.

Una fonte vicina ad ArcelorMittal ha detto che il gruppo era pronto a sostenere il piano del Governo a condizione che continuasse ad avere poteri di governance simili a quelli di Invitalia.

Ma Urso ha detto che tale opzione non è accettabile per il Governo, anche alla luce dei vincoli europei sugli aiuti di Stato.

COSA SUCCEDERÀ?

Urso ha detto che è necessaria "un'azione drastica" per rilanciare l'ADI, aggiungendo che il Governo intende delineare un piano siderurgico nazionale.

Il caso rischia di finire in tribunale, con il governo e ArcelorMittal che si accusano a vicenda di non aver rispettato gli impegni reciproci.

Tra le probabili soluzioni a breve termine che il Governo sta valutando c'è quella di porre le operazioni sotto amministrazione speciale, nominando uno o più commissari per evitare la chiusura di ADI.

Questa opzione sarebbe simile al Capitolo 11 della bancarotta negli Stati Uniti, che consente a un'azienda o a un individuo di riorganizzare i propri debiti e obblighi. Potrebbe anche aiutare il Governo a guadagnare tempo mentre cerca un nuovo partner industriale per ADI.

I sindacati stanno sollecitando la Meloni a rinazionalizzare il gruppo, una mossa che sarebbe in contrasto con l'obiettivo dichiarato di Roma di tagliare le partecipazioni nelle aziende statali. Inoltre, non è chiaro se l'UE sanzionerebbe una tale mossa o se ArcelorMittal si rivolgerà ai tribunali per cercare di impedirla. (1 dollaro = 0,9121 euro) (Servizio di Giuseppe Fonte e Angelo Amante, Redazione di Crispian Balmer e Keith Weir)