LONDRA/MILANO (Reuters) - I titoli italiani sono scambiati con il maggiore sconto degli ultimi 35 anni rispetto ai titoli a livello globale, dati i timori degli investitori per le prospettive di bilancio di una delle economie più indebitate d'Europa, anche se alcuni ritengono che i titoli siano troppo a buon mercato per essere ignorate.

Anche se l'azionario italiano sia stato storicamente più conveniente rispetto a quello globale, lo sconto è ora salito al 50%, divario maggiore dal 1988, e si è mantenuto a questo livello per un paio di mesi. Si tratta di un divario pari al doppio rispetto alla media degli ultimi due decenni.

Certo, l'indice delle blue-chip di Milano ha guadagnato terreno quest'anno grazie alla sua forte componente di titoli bancari, che hanno beneficiato del maggior aumento dei tassi di interesse nella storia della zona euro.

Tuttavia le aziende nazionali, in settori come quello dei consumi e dell'industria, sono state penalizzate dall'invecchiamento della popolazione, da un debito superiore al 100% del PIL e da due decenni di crescita economica prossima allo zero, interrotta solo brevemente dal rimbalzo post-Covid.

Ciò ha fatto sì che le azioni italiane siano complessivamente valutate più a buon mercato anche in confronto ai deboli titoli del Regno Unito, scambiati a sconto del 33% rispetto all'azionario globale.

Il mercato azionario italiano "non è un'area in cui vorrei essere particolarmente esposto", dati i timori per le prospettive di bilancio dell'Italia, ha detto Chris Hiorns, responsabile di equities multi-asset ed europee di EdenTree. 

I recenti tagli alla crescita economica e gli aumenti delle previsioni sul deficit di bilancio hanno ravvivato i timori per potenziali tensioni sui titoli di stato, spingendo il mese scorso oltre i 200 punti base lo spread sui rendimenti delle obbligazioni italiane a 10 anni rispetto ai più sicuri Bund tedeschi.

Ora il differenziale si è ridotto, ma rimane vulnerabile. Un test si profila venerdì, quando Fitch rivedrà il rating BBB e l'outlook stabile dell'Italia.

"Non si può escludere un cambiamento delle prospettive, data la minore crescita, le maggiori spese per i tassi d'interesse e il deterioramento della posizione fiscale dell'Italia", si legge in una nota di Barclays.

Goldman Sachs stima che ogni aumento di 10 punti base degli spread sovrani tolga circa il 2% ai titoli bancari italiani e l'1,5% all'indice FTSE MIB. Il broker consiglia quindi di evitare l'indice delle blue chip dopo la sovraperformance.

Le esigenze di finanziamento dell'Italia sono ulteriormente complicate dalle difficoltà nel soddisfare le condizioni poste dalla Commissione Europea in cambio dei miliardi di euro di fondi per la ripresa post-pandemia.

I conflitti in Ucraina e in Medio Oriente minacciano di provocare una nuova impennata dei prezzi dell'energia e di indebolire la crescita.

Il numero di quote in circolazione dell'ETF iShares MSCI Italy di BlackRock si è più che dimezzato, passando a 8,6 milioni dai 18,9 milioni dell'ottobre 2021. Nello stesso periodo, l'ETF MSCI Europe ha visto diminuire il numero di quote di meno del 10%.

"MULTIPLI RIDICOLI"

Sebbene le deboli prospettive economiche dell'Italia e l'elevato debito facciano ritenere improbabile una significativa rivalutazione delle azioni nel breve termine, gli investitori si aspettavano un certo recupero, visto il forte sconto di cui godono alcune parti del mercato.

L'indice FTSE Italia Star, che copre le società con una capitalizzazione di mercato fino a 1 miliardo di euro, è sceso finora del 10% nel 2023, dopo il crollo di quasi il 30% visto lo  scorso anno. In confronto, l'indice FTSE mid-cap è sceso del 5% quest'anno.

I titoli italiani minori sono stati colpiti da vendite legate alla fine di uno schema sponsorizzato dal governo per promuovere gli investimenti in titoli nazionali di piccole dimensioni, ha detto Giuseppe Sersale, strategist e gestore di portafoglio presso Anthilia a Milano.

"Molte società stanno scambiando a multipli ridicoli. Si sta aprendo una finestra di valore sulle small cap, che vale la pena cogliere", ha affermato.

Andrea Scauri, senior portfolio manager presso l'asset manager Lemanik, ha affermato che l'elevata visibilità sugli utili dovuta ai tassi elevati e i bilanci più solidi rendono le banche italiane meno vulnerabili alle tensioni sul debito rispetto al passato.

"Se lo spread si allarga, questo avrà un impatto a breve termine", ha detto.

Scauri possiede azioni di istituti di credito italiani più piccoli, come Banco BPM e Monte dei Paschi, le cui valutazioni più convenienti li rendono più interessanti rispetto ai maggiori istituti.

Le azioni di Banco BPM sono scambiate a circa 0,55 volte il loro price-to-book value e quelle di Monte dei Paschi a 0,39 volte, molto meno costose rispetto alle azioni di UniCredit, il secondo istituto di credito italiano per valore di mercato, scambiato a 0,66 volte, in base ai dati di LSEG Datastream.

Il titolo di UniCredit è cresciuto di quasi l'80% quest'anno e si è distinto tra i titoli bancari della zona euro che hanno registrato le migliori performance.

Il gestore di portafoglio di Fidelity International, Alberto Chiandetti, ha detto di essere a caccia di opportunità nei settori industriali e dei consumi dell'indice FTSE Italia Star.

"In molti casi, le valutazioni hanno già tenuto conto del rallentamento economico e non riflettono il valore e la crescita che molte di queste aziende avranno nei prossimi anni", ha aggiunto.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)