Nonostante le ondate di calore in tutto il Paese, che dipende dall'agricoltura, si prevede che gli aumenti dei prezzi dei generi alimentari saranno tenuti sotto controllo dai costi di produzione più bassi e dall'intervento regolare del Governo per frenare le impennate dei prezzi.

L'inflazione alimentare, che rappresenta quasi la metà del paniere dell'indice dei prezzi al consumo (CPI), è scesa al 3,84% ad aprile e si prevedeva che il mese scorso sarebbe diminuita ulteriormente.

Il sondaggio Reuters del 2-7 giugno su 45 economisti ha previsto che l'inflazione misurata dall'indice dei prezzi al consumo (CPI) sia aumentata ad un tasso annuo del 4,42% a maggio, in calo rispetto al 4,70% di aprile e destinata ad essere la più bassa dall'ottobre 2021.

Le previsioni andavano dal 4,10% al 5,10%, al di sotto del limite di tolleranza superiore del 6,00% fissato dalla RBI per il terzo mese consecutivo.

"A maggio, ci aspettiamo un notevole calo dell'indice alimentare, soprattutto di verdure, oli e cereali. Anche il carburante e il core saranno in calo", ha scritto Sonal Badhan, economista della Bank of Baroda.

"I miglioramenti nelle catene di approvvigionamento e l'effetto base stanno portando a una moderazione dei prezzi alimentari nazionali. A livello internazionale, anche i prezzi del petrolio sono scesi, il che a sua volta favorisce la componente importata dell'inflazione".

Il sondaggio ha anche mostrato che l'inflazione dei prezzi all'ingrosso, la variazione dei prezzi alla produzione, è probabilmente scivolata a un -2,35% annuo il mese scorso, dal -0,92% di aprile.

I segnali di allentamento delle pressioni sui prezzi darebbero respiro alla RBI, che secondo le previsioni dovrebbe mantenere invariato il suo tasso repo chiave al 6,50% al termine della riunione di politica monetaria di giovedì.

Un sondaggio Reuters separato di maggio ha mostrato che l'inflazione dei prezzi al consumo non scenderà presto al di sotto dell'obiettivo di medio termine del 4% della RBI, suggerendo che la porta è ancora aperta per ulteriori aumenti dei tassi.

L'inflazione era prevista in media al 5,1% e al 4,8% per gli anni fiscali 2023/24 e 2024/25, rispettivamente.