Il mese scorso De Nora, con sede a Milano, ha sfidato la volatilità dei mercati tra i timori per l'inflazione e i tassi di interesse, con una rara quotazione in borsa in Europa. Gli investitori principali, tra cui l'operatore italiano della rete del gas Snam e i proprietari di ERG, la famiglia Garrone, hanno sostenuto l'offerta pubblica iniziale (IPO).

La società ha dichiarato che l'utile rettificato prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e dell'ammortamento (EBITDA) è stato di 102 milioni di euro (104 milioni di dollari) nel periodo, in crescita rispetto ai 45 milioni dello scorso anno.

"L'azienda prevede di continuare a crescere in tutti i segmenti di attività, perseguendo i nuovi obiettivi sfidanti per il 2022", ha dichiarato l'Amministratore Delegato Paolo Dellachà in un comunicato.

De Nora ha previsto un fatturato di circa 900 milioni di euro e un EBITDA rettificato tra 185 e 195 milioni di euro.

In precedenza aveva previsto un fatturato di 830-880 milioni di euro e un utile core rettificato di 155-165 milioni di euro.

Alle 0740 GMT le azioni di De Nora sono salite di oltre il 5% a 14,49 euro. Rispetto al prezzo dell'IPO di 13,5 euro per azione, che valutava l'azienda 2,72 miliardi di euro.

Il gruppo ha dichiarato di essere tra le sei aziende italiane selezionate per partecipare al primo importante progetto di interesse comune europeo (IPCEI) sull'idrogeno approvato dalla Commissione Europea.

Il business delle tecnologie degli elettrodi di De Nora, che rappresenta il 55,5% delle vendite, ha registrato un fatturato di 228 milioni di euro, in aumento del 57,4% nel periodo.

Le vendite nel segmento del trattamento delle acque reflue sono aumentate del 65,9% a 175,7 milioni di euro, pari al 42,8% delle vendite totali.

La divisione transizione energetica ha registrato una crescita del 130% nel primo semestre, con un fatturato di 6,9 milioni di euro.

($1 = 0,9845 euro)