MILANO (MF-DJ)--Deloitte ha presentato la 24* edizione dello studio Global Powers of Retailing in cui vengono analizzati i risultati dell'esercizio annuale al 30 giugno 2020 resi pubblici dai più grandi retailer del mondo, con EssilorLuxottica che è entrata nella Top 250.

Secondo il report i 250 retailer più grandi al mondo hanno generato un fatturato pari a 4.850 miliardi di dollari nel corso dell'anno fiscale 2019 (periodo compreso tra luglio 2019 e giugno 2020), segnando una crescita del 4,4%, in leggero aumento di 0,3 punti percentuali rispetto all'anno precedente.

Nell'intero 2019, 55 aziende su 250 hanno registrato vendite in diminuzione rispetto al 2018. Considerando l'arco temporale 2014-2019, la performance aggregata dei Top 250 retailer si è rivelata piuttosto stabile in termini di crescita delle vendite e dei margini.

I primi dieci retailer al mondo contribuiscono per il 32,7% al fatturato complessivo generato dai 250 maggiori retailer al mondo, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente.

Wal-Mart si conferma stabile al primo posto della Top 10, Amazon prosegue la propria scalata in classifica iniziata nel 2015, scalzando Costco dal secondo posto del podio. L'online retailer guadagna infatti una posizione rispetto allo scorso anno, spinto da una crescita a doppia cifra del 17,7%, la più alta della Top 10 e ancor più considerevole se paragonata alla crescita registrata in media dalla Top 10 (+4,4% a/a).

La Top 10, che continua ad essere dominata da player statunitensi, nel 2019 per la prima volta registra complessivamente un ritmo di crescita annuale uguale rispetto al resto della classifica (+4,4%).

La marginalità delle prime dieci aziende è cresciuta di 0,9 punti percentuali rispetto all'anno precedente, un risultato positivo nonostante la pressione esercitata sui rivenditori dall'intensa concorrenza, dall'aumento dei costi del lavoro, dagli effetti delle politiche protezioniste e dagli investimenti per migliorare l'ecommerce.

L'Europa si conferma l'area geografica meglio rappresentata, grazie al maggior numero di realtà che trovano posto nella Top 250: sono 87 (sette in più rispetto al Nord America) le aziende che hanno sede nella regione e tre di esse rientrano anche nella Top 10 (Schwarz, Aldi Einkauf, Tesco PLC).

Le aziende europee contribuiscono al 33,4% delle revenue complessive della top 250, e i paesi più rappresentati sono Germania (18 aziende), Regno Unito (14) e Francia (12).

"La ricerca di crescita ha portato i retailer europei ad ampliare le proprie attività al di fuori dei propri mercati nazionali già maturi, distinguendosi così per intraprendenza globale e per il livello più alto di internazionalizzazione tra le aree geografiche presenti in classifica. La regione ha assistito anche a una crescita del CAGR del 4,9% rispetto al 4,6% dello scorso anno. Anche le vendite a/a sono cresciute di 0,7 punti percentuali rispetto al FY2018, un risultato complessivamente positivo. Spinti dalla forte concorrenza presente nei mercati ormai saturi del nostro continente, per differenziarsi, i rivenditori hanno intensificato il focus su strategie omni-channel ed e-commerce per garantire al consumatore sempre più comodità", nota Enrico Cosio, Deloitte Partner Deloitte responsabile del settore Retail, Wholesale & Distibution.

"Il 2019 registra un andamento positivo anche per i retailer italiani: i quattro player della GDO del nostro Paese presenti nella Top 250 chiudono l'anno con revenue YOY in crescita rispetto al FY2018. Conad si conferma il primo colosso italiano, collocandosi al 70esimo posto; seguono Coop in 73* posizione ed Esselunga al 117*; chiude Eurospin che perde cinque posizioni collocandosi al 163* posto della Top 250. Per la prima volta entra in classifica anche Essilorluxottica, azienda storica del Fashion & Luxury italiano che si posiziona al 157* posto dei dei big della distribuzione mondiale", spiega Enrico Cosio, Deloitte Partner Deloitte responsabile del settore Retail, Wholesale & Distibution.

La pandemia è stato un evento fortemente disruptive anche per il mondo del retail, tra supply chain che hanno subito interruzioni e blocchi per lunghi periodi, l'incremento delle vendite online e una riduzione generale della richiesta e dell'acquisto per i prodotti più discrezionali. La chiusura dei ristoranti e dei locali ha in parte favorito i player del grocery, così come la paura di recarsi in negozio ha portato effetti positivi sul mondo dell'online.

"I retailer che sono riusciti a crescere nel 2020 sono quelli che hanno deciso di cogliere le opportunità presentate dalla pandemia puntando su online shopping, delivery at home o pick up instore, riuscendo così a proseguire le proprie attività anche in caso di negozi chiusi. Le vendite online infatti sono cresciute in tutto il mondo, in particolar modo per i retailer completamente digitali come Amazon o JD.Com. I retailer fisici che hanno visto crescere le proprie revenue sono stati in particolare quelli operanti in ambito grocery, home improvement e decoration, i fornitori di servizi e prodotti per le cure a domicilio e le attività di svago, diventando specchio di consumatori che in un breve lasso di tempo hanno cambiato le proprie priorità. Nel corso del 2021 le attività economiche si riprenderanno e la domanda dei consumatori tornerà ad aumentare, ma molte delle abitudini acquisite l'anno passato non cambieranno, anzi vedranno un processo di consolidamento, lasciando numerosi store che non hanno modificato le proprie operation ad affrontare una significativa pedita di business", conclude Enrico Cosio, Deloitte Partner Deloitte responsabile del settore Retail, Wholesale & Distibution.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

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April 23, 2021 06:38 ET (10:38 GMT)