ROMA (MF-DJ)--"Il dado è tratto. Il cda ha approfondito e si è espresso a favore delle linee del piano strategico presentato da Luciano Cirinà e Claudio Costamagna. È la fine di un percorso di analisi, riflessioni e confronti".

Lo ha detto alla Stampa il presidente della Fondazione Crt, Giovanni Quaglia, al termine del consiglio di amministrazione che, ufficialmente, ha schierato l'ente con la lista di Francesco Gaetano Caltagirone. All'assemblea di Generali Ass. del 29 aprile, la Fondazione -azionista con una quota che sfiora il 2%- voterà quindi per la discontinuità.

A convincere la Fondazione Crt innanzitutto "la visione strategica, di lungo periodo, che si prefigge obiettivi di crescita organica molto ambiziosi e sostenibili. Il piano "Awakening the lion" disegna una crescita sistematica, attraverso la ricerca di opportunità legate a una serie di fattori importanti".

"Le operazioni di finanza straordinaria attraverso fusioni e acquisizioni, con l'obiettivo di far crescere dimensionalmente il gruppo guardando ad altri player a livello europeo e globale -ha spiegato- La volontà di razionalizzazione dei costi per creare efficienza e il piano di digitalizzazione previsto per il gruppo. Tutti elementi che abbiamo accolto favorevolmente".

A convincere la Fondazione anche un "secondo aspetto che concerne la governance. La nuova struttura prevede un rafforzamento delle regole per le operazioni con parti correlate e un ribilanciamento dei poteri tra l'ad, la presenza di un comitato esecutivo e l'eventuale figura di un direttore generale. Serve una maggiore condivisione delle scelte -ha sottolineato Quaglia- Inoltre, apprezziamo e rispettiamo Claudio Costamagna, candidato alla presidenza, e Luciano Cirinà, in corsa per diventare ad: daranno credibilità all'azione del gruppo".

"Un terzo elemento -ha spiegato il presidente- è l'impegno previsto per l'Italia e per i territori. Noi siamo una istituzione attenta al territorio, che opera per i territori contribuendo alla loro crescita. Nel piano della lista Caltagirone c'è una attenzione crescente verso le tematiche Esg, che ci vedono particolarmente sensibili. Il tutto, ovviamente, unito al mantenimento di flussi reddituali apprezzabili e con prospettive di crescita: sono elementi che consentono a un investitore istituzionale come Fondazione Crt ritorni importanti da destinare alle diverse mission. Questa attenzione alla crescente profittabilità è finalizzata a creare dividendi significativi ma anche a riposizionare il gruppo in una ottica globale".

Quanto alla considerazione che i dividendi garantiti dal piano di Cirinà e Costamagna sono gli stessi previsti del piano Donnet, "nelle indicazioni strategiche del piano disegnato per "risvegliare il Leone" abbiamo riscontrato maggiore incisività e determinazione, più grinta, e questo è il risultato. L'importante è muoversi sempre nell'ambito della sostenibilità, senza voli pindarici", ha continuato.

In merito all'opportunità, per un ente filantropico, di schierarsi in una battaglia finanziaria così dura, "siamo investitori pazienti ma non assenti. Siamo in partita e bisogna giocare un ruolo -ha precisato Quaglia- Se poi questo aiuta ad accrescere il valore della nostra partecipazione in un'ottica globale, meglio. Non vogliamo esercitare funzioni non proprie, ma offrire il nostro contributo".

Alla domanda se la Fondazione, nel caso in cui in assemblea vincesse la lista del consiglio uscente, venderà la propria quota, "questo investimento dura ormai dal 2010, è strategico così come quelli in Atlantia e in Unicredit, in cui abbiamo creduto a partire dal 1999. Siamo investitori pazienti, lo ribadisco, ma gestiamo le partecipazioni per creare valore".

Fondazione Crt è entrata nel patto di consultazione con Delfin e Caltagirone nel settembre del 2021, "abbiamo fatto un percorso lineare, coerente con il patto finalizzato al voto in assemblea e abbiamo agito in assoluta correttezza e in assoluta trasparenza come certificato da Consob e da Ivass. Se posso fare una battuta, i nostri partner sono ovviamente più rapidi nelle decisioni, sono imprenditori".

La Fondazione si è esposta molto, ma "parlare di fibrillazioni mi sembra esagerato. Prima della presentazione e dell'analisi del piano ci sono stati scambi di opinioni, del tutto legittimi in una realtà come la nostra. Siamo una istituzione collegiale, articolata in organi deputati a decidere. Abbiamo sempre lavorato in serenità e, alla fine del percorso, il cda ha fatto facendo sintesi e ha deciso", ha continuato.

In vista dell'assemblea, i proxy si sono espressi contro il piano di Cirinà, portando con loro i fondi. Per sapere chi vincerà "dovrei avere la sfera di cristallo. Noi ci schieriamo, la partita è aperta", ha concluso Quaglia.

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April 14, 2022 02:20 ET (06:20 GMT)