MILANO (MF-DJ)--La politica climatica sta rapidamente diventando un nuovo elemento di tensione tra Washington e Pechino, dopo che la Cina ha reagito alla visita di questo mese a Taiwan della presidente della Camera statunitense Nancy Pelosi interrompendo i colloqui con gli Stati Uniti su come combattere il riscaldamento globale.

Taiwan era già centrale in una serie di questioni che stanno mettendo a dura prova i legami sino-americani, dalla rivalità nell'Indo-Pacifico e dallo scontro tra valori democratici e l'autocrazia alla lotta strategica per la supremazia nei semiconduttori. Fino a quando Pelosi non ha però sfidato gli avvertimenti di Pechino recandosi nell'isola, il cambiamento climatico era stato un raro elemento di cooperazione nella relazione sempre più turbolenta tra i due maggiori emettitori di gas serra del mondo.

Il 5 agosto, mentre gli aerei e le navi da guerra cinesi effettuavano manovre militari al largo delle coste di Taiwan sulla scia della partenza di Pelosi, Pechino ha dichiarato che avrebbe sospeso la cooperazione con Washington su questioni chiave, tra cui i colloqui militari diretti, la lotta alla droga e la criminalità transnazionale ma anche il clima, ponendo fine a ogni speranza che la lotta contro il riscaldamento globale potesse evitare di rimanere intrappolata nella spirale discendente delle relazioni sino-americane.

'La sospensione della cooperazione sul clima non punisce gli Stati Uniti, punisce il mondo, in particolare il mondo in via di sviluppo', ha affermato il 6 agosto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. La Cina non ha punito il mondo e i Paesi in via di sviluppo, ha detto al China Daily l'inviato per il clima cinese, Xie Zhenhua, sottolineando che sono stati gli Stati Uniti a farlo. Xie ha accusato Washington di aver 'gravemente minato' la motivazione internazionale a combattere il cambiamento climatico attraverso le sue azioni, incluso il ritiro dall'accordo di Parigi del 2015, deciso dall'ex presidente Usa, Donald Trump.

Quando gli è stato chiesto cosa dovrebbe fare Washington per far sì che Pechino annulli la sua decisione, l'ambasciatore cinese Qin Gang ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero astenersi da qualsiasi ulteriore azione per intensificare le tensioni. Lunedì Pechino ha annunciato nuove esercitazioni dopo che un altro gruppo di legislatori statunitensi ha incontrato la presidente taiwanese, Tsai Ing-wen, una mossa che Qin ha definito provocatoria e inutile.

La sospensione dei colloqui sul clima non influenzerà gli obiettivi di nessuno dei due Paesi a breve termine perché saranno guidati da responsabili politici che risponderanno alle pressioni interne, ha affermato Deborah Seligsohn, professoressa di politica cinese alla Villanova University in Pennsylvania ed ex diplomatica statunitense. Senza un accordo tra Cina e Stati Uniti, ha però affermato, potrebbe rivelarsi difficile spingere altri Paesi ad adottare misure più ambiziose alla Cop27, la prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà in Egitto a novembre.

Sotto il presidente Usa, Joe Biden, gli Stati Uniti hanno aderito nuovamente all'accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale e si sono impegnati a dimezzare almeno le proprie emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030 e a raggiungere emissioni nette zero entro il 2050. Martedì Washington si è avvicinata al raggiungimento di tali obiettivi dopo che Biden ha firmato l'Inflation Reduction Act, che stanzia circa 369 miliardi di dollari per i programmi sul clima e sull'energia pulita.

'Gli Stati Uniti stanno agendo sui cambiamenti climatici', ha twittato Nicholas Burns, l'ambasciatore Usa in Cina, prima dell'approvazione del disegno di legge, chiedendo a Pechino di riconsiderare la sua sospensione della cooperazione sul clima. 'E' buono da sentire', ha twittato in risposta il ministero degli Esteri cinese, sottolineando però che 'ciò che conta è: gli Stati Uniti possono portarlo a termine?'. Washington deve ancora rispettare il suo impegno di fornire finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli a far fronte all'impatto del cambiamento climatico, ha sottolineato.

Pechino ha affermato che le sue emissioni raggiungeranno il picco prima del 2030 e verranno azzerate prima del 2060 e ha pubblicato piani per raggiungere tali obiettivi in una vasta gamma di settori. Il Paese è emerso come un leader nella transizione verso l'energia pulita: la Cina ha installato 31 gigawatt di capacità di energia solare nei primi sei mesi del 2022, più del doppio rispetto all'anno precedente, secondo i media statali, ed è di gran lunga il primo produttore di pannelli in silicone. La produzione di energia idroelettrica, nel frattempo, è aumentata di un quinto nel primo semestre, secondo i dati dell'Electricity Council cinese.

Secondo Carbon Monitor, le emissioni di carbonio della Cina sono diminuite del 4,1% nei primi cinque mesi del 2022 rispetto all'anno precedente, anche se principalmente a causa di una recessione economica guidata dalle politiche 'zero-Covid' di Pechino e dal crollo del mercato immobiliare. Le emissioni degli Stati Uniti sono aumentate del 5,7% nello stesso periodo, secondo i dati del progetto di monitoraggio internazionale.

L'aumento dei prezzi dell'energia e i timori per le forniture, in parte causati dall'invasione russa dell'Ucraina, hanno innescato una corsa ai combustibili fossili in molti Paesi, indipendentemente dal loro impatto sulle emissioni. Biden ha sfruttato le riserve strategiche di petrolio per raffreddare i prezzi alla pompa. Preoccupazioni simili hanno portato la Cina alla fine del 2021 ad aumentare la capacità di produzione di carbone.

Non è chiaro fino a che punto siano necessari accordi formali per la prosecuzione del dialogo. L'inviato statunitense per il clima, John Kerry, e Xie parlavano da mesi prima che fosse formalmente istituito un gruppo di lavoro sulle questioni climatiche, ha affermato Michael Davidson, assistente professore presso la School of Global Policy and Strategy dell'Università della California, a San Diego.

Dopo un primo duro incontro tra i funzionari di Washington e i massimi diplomatici di Pechino a marzo 2021, i due inviati per il clima si sono incontrati di persona il mese successivo e hanno parlato quasi ogni due settimane prima che il gruppo di lavoro sul clima Usa-Cina fosse formalizzato alla Cop26 di novembre a Glasgow. Da allora, i due parlano ogni 'otto-nove giorni', ha detto lo stesso Xie al World Economic Forum di Davos a maggio. Il fatto che Xie sia stato tra i pochi diplomatici cinesi autorizzati a viaggiare per tenere incontri faccia a faccia mostra che Pechino considerava la diplomazia climatica un elemento importante, ha affermato Yan Qin, analista presso Refinitiv.

Tuttavia, i progressi sostanziali di quest'anno sono stati ostacolati da vincoli interni. E' stato impiegato molto tempo nel tentativo di sistemare i sottogruppi all'interno del gruppo di lavoro, ha affermato una persona che aveva familiarità con le discussioni. I negoziati si sono limitati a ristretti argomenti tecnici, con questioni più ampie e vitali per affrontare i cambiamenti climatici che sono state off limits, come il commercio, la tecnologia e le catene di approvvigionamento, ha affermato Davidson.

Washington insiste che il clima è una questione a sé stante. Ha respinto la richiesta di Pechino di ridurre le tariffe sui pannelli solari imposte per presunte violazioni dei diritti umani nella regione dello Xinjiang, che hanno aumentato i costi dell'energia pulita per i consumatori statunitensi. La Cina ha ribattuto che: 'se l'oasi è tutta circondata da deserti, prima o poi l'oasi sarà desertificata'. Pechino non ha fornito dettagli su cosa abbia comportato la sospensione dei colloqui sul clima e non ha detto se questo influenzerà le iniziative statunitensi al di fuori del governo federale. Quando Huang Runqiu, il ministro cinese dell'Ecologia e dell'Ambiente, ha visitato Washington a luglio, ha anche incontrato il governatore della California Gavin Newsom.

La decisione cinese di porre fine ai colloqui sul clima mostra quanto la fiducia tra le due parti sia stata erosa, ha affermato una persona che ha familiarità con le discussioni, aggiungendo che anche durante la presidenza Trump, Pechino ha mantenuto una porta aperta per gli Stati Uniti sul clima. 'E' chiaro che il clima non può sostenere l'intera relazione', ha affermato Seligsohn.

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August 18, 2022 07:56 ET (11:56 GMT)