MILANO (MF-DJ)--L'appello Tagliadebito lanciato sabato scorso dalle pagine di MF-Milano Finanza ha già raggiunto oltre 600 adesioni di peso dal mondo della finanza, della politica e dell'impresa. Tra i primi ad aderire, Lamberto Dini, ex presidente del Consiglio, ministro degli Esteri dal 1996 al 2001 nei governi Prodi, D'Alema I e II, e Amato II. «Non c'è tempo da perdere», esorta.

Domanda. Presidente Dini, perché ha aderito a questa campagna?

Risposta. Faccio una premessa: proprio come indicato nell'appello, sia il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, che il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, hanno ribadito che non c'è più nemmeno un minuto da perdere per ridurre il debito pubblico italiano, ma non hanno indicato come. Dell'appello, quindi, condivido non solo l'urgenza ma anche il fatto che propone una strada per intervenire. Mi auguro che arrivi presto all'attenzione del governo, il fattore tempo è cruciale, i tassi continueranno ad aumentare. Una decisione va presa già dopo l'estate, con la prossima legge di bilancio.

D. Ma perché a suo avviso il governo non interviene?

R. È preso dalla guerra in Ucraina. Ma la guerra prima o poi finirà, mentre inflazione e costi delle materie prime importate non è affatto detto che scenderanno in automatico col cessate il fuoco. Lo ripeto, i tassi d'interesse continueranno ad aumentare. La Bce per non venire meno al suo mandato, deve per forza prendere misure che avranno effetto di contenere la domanda interna, e quindi di ridurre l'inflazione.

D. Un segnale però il governo l'ha dato, non ci saranno scostamenti di bilancio.

R. Di questo sono certo. Né Draghi né il ministro dell'Economia, Daniele Franco, intendono appesantire con politiche poco accorte un debito che è già arrivato a 2.700 miliardi. Tanto più il Patto di stabilità, che implicherebbe l'obbligo di pareggio di bilancio, resta sospeso ancora fino al 2023 ma poi tornerà a presentare il conto. Il punto, però, è anche non appesantire il costo del debito. Lo stock attuale ha una scadenza media di 7 anni, ma il nuovo debito si confronterà con tassi più elevati. Sarà un problema molto serio, i mercati lo hanno intuito, e infatti lo spread è tornato a salire addirittura a 234 punti. Il governo non può ignorare questi segnali.

D. L'appello fa sua la proposta di Intesa Sanpaolo: convogliare il risparmio privato verso fondi locali che valorizzino il patrimonio immobiliare pubblico.

R. Nel 2008, da presidente della commissione Affari esteri del Senato, proposi un disegno di legge per la vendita dei beni pubblici proprio per ridurre il debito. Lo firmarono 60 senatori, ma non arrivò in aula. Ora è possibile mobilitare il risparmio privato verso i fondi locali. La liquidità non manca, il risparmio privato è cresciuto ancora di 500 miliardi di euro nel 2021. In tempi di incertezza, gli italiani accumulano temendo per il futuro. Certo, ci vorranno incentivi sotto forma di rendimenti, ma credo che i risparmiatori avranno fiducia in fondi locali che hanno come sottostante beni immobiliari pubblici, e vedendo che si è mobilitata la più grande banca italiana, Intesa Sanpaolo.

red

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1409:25 giu 2022


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