I dirigenti di Telecom Italia (TIM) inizieranno venerdì a valutare un'offerta multimiliardaria per la sua rete fissa da parte del fondo statunitense KKR, che fa parte di un piano sostenuto dal governo, osteggiato dal primo azionista Vivendi e contestato da altri investitori di minoranza.

La vendita della rete è il fulcro del piano dell'amministratore delegato di TIM Pietro Labriola per rilanciare l'ex monopolio telefonico, che è stato sotto pressione a causa della concorrenza spietata sul territorio nazionale e del suo debito.

L'offerta vincolante di KKR scade l'8 novembre, ma la data può essere prorogata fino al 20 dicembre su richiesta di TIM.

Dopo un primo esame venerdì, i dirigenti di TIM si riuniranno nuovamente domenica per decidere se appoggiare l'accordo con KKR dopo mesi di trattative con il fondo americano.

KKR ha presentato un'offerta vincolante per l'infrastruttura di rete principale di TIM che la valuta a circa 23 miliardi di euro (24,4 miliardi di dollari), compreso il debito e alcune componenti variabili, hanno detto le fonti.

EMERGE UN CONTROPIANO

In base al piano di Labriola per la vendita della rete, TIM, che sta bruciando cassa, si libererebbe di circa la metà dei suoi 40.000 dipendenti nazionali e taglierebbe il suo debito netto di 26 miliardi di euro per concentrarsi sulle sue operazioni di servizio.

L'accordo è stato approvato dall'amministrazione del Primo Ministro Giorgia Meloni, che ha autorizzato il Tesoro a prendere una partecipazione del 20% nella rete per un importo massimo di 2,2 miliardi di euro, al fine di supervisionare un asset ritenuto strategico.

Anche il fondo infrastrutturale italiano F2i si sta preparando ad acquisire una quota per portare la partecipazione in mani italiane al 30-35%.

L'azionista di riferimento Vivendi sta cercando di ottenere un prezzo più alto e mette in dubbio la sostenibilità dell'attività di servizio rimanente.

Il gigante francese dei media, che detiene una partecipazione del 24%, è anche pronto a lanciare una sfida legale all'accordo sulla rete.

La vendita di Grid è stata messa in discussione anche da una strategia alternativa della società di investimenti Merlyn Advisors con sede a Londra e dall'ex dirigente di TIM Stefano Siragusa.

La loro controproposta prevede che TIM mantenga la sua attività di rete e la combini con la rivale Open Fiber, sostenuta dallo Stato, per creare un operatore di rete solo all'ingrosso con il finanziatore statale CDP come investitore chiave. Prevede inoltre la vendita delle attività nazionali di TIM e della sua preziosa attività brasiliana.

Merlyn e Siragusa, che rappresentano un gruppo di investitori che possiedono meno del 3% di TIM, vogliono che il Consiglio di Amministrazione estrometta Labriola e potrebbero mettere i bastoni tra le ruote a qualsiasi voto degli azionisti sull'accordo. (1 dollaro = 0,9411 euro) (Servizio di Elvira Pollina - Redazione di Keith Weir)