MILANO (MF-DJ)--"Solo un grande gruppo familiare poteva imbarcarsi in un investimento di tale entità e senza rendimento per così tanti anni", ha rivendicato con orgoglio Bernard Arnault durante l'inaugurazione di La Samaritaine dinanzi al presidente francese Emmanuel Macron. Il 72enne patron di Lvmh ha speso 15 anni e 750 milioni di euro per ristrutturare lo storico grande magazzino nel centro di Parigi. Tempo e capitali non mancano al secondo uomo più ricco del mondo, che nell'anno della pandemia ha incrementato il patrimonio della sua dinastia di 70 miliardi di euro grazie al fascino esercitato da Lvmh sugli investitori. In borsa, scrive Milano Finanza, la major del lusso è già del 60% oltre i prezzi pre-Covid e con 334 miliardi è diventata la prima azienda per capitalizzazione in Europa.

La moda sta ormai al Vecchio Continente come la tecnologia sta agli Stati Uniti. Anzi, su questa sponda dell'Atlantico la concentrazione è persino superiore. I tre colossi francesi - Lvmh, Hermès e Kering - valgono 560 miliardi e rappresentano un quarto dell'indice principale di Parigi, il Cac 40; Amazon, Apple, Google, Microsoft e Facebook valgono "solo" un quinto del maggior listino di Wall Street, lo S&P 500. Merito di un percorso di crescita a lungo termine e di una altrettanto lunga serie di acquisizioni. Portatori di capitali pazienti, infatti, Lvmh e Kering si sono dimostrati capaci anche di incursioni rapide, non prive di una buona dose di opportunismo. Ne ha dato prova Arnault negoziando con tenacia l'acquisto da 15,8 miliardi di dollari di Tiffany e spuntando alla fine uno sconto di 425 milioni sul prezzo pattuito prima dell'emergenza sanitaria. "Lvmh e Kering sono guidati più da logiche finanziarie che industriali nelle strategie m&a e sono maestri nell'esplorare modalità di consolidamento rispettose dell'autonomia e della storia di marchi familiari di grande blasone, coinvolgendo gli imprenditori nella gestione e nell'azionariato", spiega Emanuela Pettenò, partner di PwC Italy.

Aggregatori e non predatori, insomma, con un'attitudine m&a sartoriale che ha spalancato le porte allo shopping dei due colossi francesi nella grande boutique italiana. "Se un giorno decidessi di vendere Tod's, fiducia al 100% in Arnault", ha sottolineato non a caso Diego Della Valle nel commentare l'ascesa concordata di Lvmh dal 3,2 al 10% del gruppo marchigiano, un affare da 90 milioni in un mercato del lusso assai frizzante. Nel primo semestre 2021, secondo i dati forniti da PwC a Milano Finanza, nel settore moda sono stati concluse a livello globale 354 fusioni e acquisizioni per un valore di 8,6 miliardi di dollari, con un aumento rispettivamente dell'8 e del 44% rispetto allo stesso periodo del 2020.

red/cce

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2608:02 lug 2021

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