Anche se lontana dai livelli raggiunti durante l'euforia speculativa che si era impossessata del settore dei semiconduttori durante la pandemia, la valutazione in Borsa dello specialista dei chip di memoria DRAM e NAND, in oligopolio con Samsung e SK Hynix, è salita bruscamente nelle ultime settimane.

Già lo scorso settembre ci eravamo stupiti che gli investitori fossero così clementi nei confronti di Micron. Nel giro di appena dodici mesi, il gruppo aveva visto il fatturato dimezzarsi e la sua attività generare improvvisamente perdite abissali; da un utile operativo di 9,7 miliardi di dollari, era passato a una perdita secca di 5,7 miliardi di dollari.

Nonostante un comunicato stampa ben confezionato e gli immancabili cliché da prima pagina sull'intelligenza artificiale, i dati del trimestre fiscale che si sta concludendo destano comunque preoccupazione: nonostante le vendite — decisamente soggette a forti oscillazioni — siano aumentate del 18%, la perdita operativa ha raggiunto 1,1 miliardi di dollari.

Si tratta del quinto trimestre consecutivo in perdita per Micron, che non aveva mai registrato una simile sequenza nell'ultimo decennio. Gli ottimisti faranno notare che c'è ancora qualche miglioramento, dato che la suddetta perdita operativa aveva raggiunto 1,4 miliardi di dollari nel trimestre precedente; e che bisogna dare tempo al tempo in un settore con cicli lunghi.

Lo scorso settembre avevamo espresso la nostra preoccupazione per le scorte di prodotti finiti che si stavano accumulando nel bilancio. Chiaramente pronta a svenderle, Micron ha registrato una svalutazione di 605 milioni di dollari sul loro valore contabile in questo trimestre; per l'intero anno 2023, questo porta le svalutazioni delle scorte a un totale di 1,8 miliardi di dollari.

Ciò non impedisce al management di vantarsi di un presunto “pricing” nell'intestazione del comunicato stampa. È più avanti nel documento dove vengono fuori le cifre che non mentono, con una generazione di cassa negativa per il trimestre, poiché gli investimenti hanno consumato più del flusso di cassa operativo.