NextCure, Inc. ha annunciato la presentazione dei dati preclinici relativi a NC181, un nuovo anticorpo umanizzato che ha come bersaglio l'ApoE4, per il trattamento della malattia di Alzheimer (AD), in occasione della seconda conferenza annuale Neurodegeneration Targets, Drug Discovery for Progressive Central Nervous System Disorders. Le ricerche pubblicate hanno dimostrato che le diverse forme del gene dell'apolipoproteina E (APOE) influenzano il rischio di sviluppare l'AD in modi diversi, con l'allele APOE4 maggiormente associato e collegato ad un aumento del rischio. L'isoforma ApoE4 aumenta la formazione di placche amiloidi, favorisce la diffusione di Tau, interrompe la barriera emato-encefalica (BBB), favorisce le perdite neurovascolari e aumenta l'infiammazione mediata dalla microglia, che ha dimostrato di portare al declino cognitivo.

La delezione dell'APOE ha dimostrato di limitare la malattia in diversi modelli di AD. Nei modelli animali preclinici di AD, NC181 ha dimostrato una differenziazione rispetto alle terapie mirate all'amiloide. I risultati chiave dello studio includono: L'NC181 si lega all'amiloide associata all'ApoE4, determinando la rimozione dell'amiloide e la prevenzione della deposizione di amiloide nei topi.

Eliminazione delle placche di ApoE: Normalizza la neuroinfiammazione e ripristina l'omeostasi neuroimmunitaria. Migliora la vasodilatazione nei vasi sanguigni carichi di amiloide, che si traduce in una minore tossicità vascolare e in una minore perdita vascolare. Oltre al suo ruolo nella deposizione di amiloide, l'ApoE è anche un importante mediatore di una condizione nota come Angiopatia Amiloide Cerebrale (CAA), in cui la deposizione di amiloide-b avviene nei vasi sanguigni leptomeningei e corticali.

Questo comporta una disfunzione della BBB, ischemia e rischio di microemorragie che portano a disfunzioni cognitive.