Nel dicembre del 2017 la Corte d'Appello assolse i tre imputati - che invece in primo grado erano stati condannati dal Tribunale di Siena a tre anni e sei mesi di reclusione e a cinque di interdizione - con la formula "perché il fatto non costituisce reato".

A seguito di questo esito, i legali dei tre ex vertici del Montepaschi fecero ricorso in Cassazione per chiedere che venissero assolti con la formula più ampia "perché il fatto non sussiste".

La Cassazione - che aveva respinto il ricorso presentato dalla Procura generale di Firenze, confermando le assoluzioni - dispose nel 2019 un nuovo processo d'appello per valutare quale tipo di assoluzione stabilire.

"Oggi Mussari è stato assolto con la formula più ampia - ha dichiarato il suo difensore, l'avvocato Fabio Pisillo - Il fatto più rilevante è che oggi si è stabilito che la Banca d'Italia oggettivamente non è stata ostacolata. E' un esito totalmente assolutorio e definitivo che a Siena era invece finito con una condanna ingiusta".

Il 6 maggio scorso i tre ex vertici di Mps erano stati assolti anche nel processo principale sui derivati dalla Corte d'appello di Milano che aveva ribaltato il verdetto del Tribunale.

(In redazione a Milano Emilio Parodi, editing Claudia Cristoferi)