La tempesta perfetta che Orsted sta affrontando in questi giorni conferma quello che, più di ogni altra cosa, avevamo giù davanti agli occhi: la contabilità davvero indecifrabile, insieme all'impossibilità di stabilire un modello di valutazione affidabile, dal momento che i ricavi del gruppo dipendono direttamente... dal vento che soffia, sulla base di previsioni meteorologiche la cui attendibilità è impossibile da stabilire.

Le notizie recenti dimostrano inoltre che l'azienda danese è anche una vittima collaterale dell'aumento dei tassi di interesse. A differenza dei contratti europei, i contratti americani prevedono prezzi di vendita dell'elettricità fissi, che vengono generalmente stabiliti - errore fatale! - prima ancora di aver ottenuto il finanziamento per lo sviluppo del progetto.

Se il costo del finanziamento dovesse aumentare bruscamente a causa dell'aumento dei tassi di interesse, il margine netto di Orsted si ridurrebbe ulteriormente... A maggior ragione se, come abbiamo detto, il vento soffia meno forte del previsto, generando di conseguenza minori ricavi...

È proprio questo che spiega l'erosione quasi istantanea di un quarto della capitalizzazione di mercato del gruppo, in un contesto di battute d'arresto per i produttori di turbine e di messa in discussione di sussidi pubblici che molti osservatori considerano troppo generosi.

Orsted ha effettuato sette aumenti di capitale negli ultimi dieci anni. Con l'improvviso peggioramento dei rapporti di indebitamento, è lecito supporre che gli investitori saranno ora molto meno flessibili di prima.

Ecco perché le prospettive di crescita del gruppo sono fortemente ostacolate.