ROMA (MF-DJ)--Ammonta a 29,1 miliardi di metri cubi (bcm) il flusso di gas proveniente dalla Russia che l'Italia punta a rimpiazzare con altre fonti entro trenta mesi, il 40% dei 72,7 bcm importati nel 2021 (96% del fabbisogno). Il dato è stato fornito dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nell'ultima informativa in Senato, il 16 marzo scorso. Per arrivare a essere autosufficienti rispetto alla Russia, si punta perciò a incrementare il flusso degli altri gasdotti, il cosiddetto "Corridoio Sud", oltre che il trasporto di GNL e lo sviluppo di altre fonti (8 GW/anno da rinnovabili, circa 3 bcm, e sviluppo del biometano, con potenziale di circa 2,5 bcm al 2026). Lo scorso 25 febbraio, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell'informativa urgente sul conflitto tra Russia e Ucraina a Montecitorio aveva riferito proprio che il governo intendeva lavorare "per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico".

Dall'Algeria, secondo Paese dopo la Russia per importazione di gas con 21,2 bcm via TransMed, l'obiettivo è un surplus fino a 9 bcm/anno. Dopo la missione di inizio mese ad Algeri del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e dell'ad di Eni, Claudio Descalzi, l'ambasciatore di Algeria in Italia, Abdelkrim Touahria, ha dato rassicurazioni: "L'Italia potrá contare su forniture aggiuntive di gas algerino allo stesso prezzo fino a toccare, e forse superare, i 30 miliardi di metri cubi giá nei prossimi mesi con un aumento di circa 2 miliardi di metri cubi rispetto ai volumi attuali", ha fatto sapere il diplomatico. Da Snam ricordano che tra gennaio e febbraio di quest'anno, in realtà, per alcuni giorni l'import dall'Algeria ha già superato quello russo.

I rapporti tra Eni e Sonatrach hanno portato anche alla scoperta di olio e gas, annunciata ieri, nel bacino del Berkine Nord nel deserto algerino. L'avvio della produzione è previsto nel terzo trimestre del 2022 e i primi test hanno portato all'estrazione di 140.000 metri cubi/giorno di gas. La scoperta sará oggetto di un programma che prevede la perforazione di un secondo pozzo, a partire da aprile prossimo, per testare il potenziale addizionale della struttura che si estende nella concessione adiacente di Sif Fatima.

Altro snodo che il governo punta a incrementare è quello del Tap, interconnessione tra Grecia e Italia via Albania che trasporta, tramite la Turchia, il gas proveniente dall'Azerbaijan. Da Baku nel 2021 sono giunti 7,2 bcm di gas (il 10% del fabbisogno) e questa rotta è attualmente quasi massimizzata, con un massimo di 8,5 bcm su base annuale. Con le infrastrutture attuali, secondo la relazione di Cingolani, è ipotizzabile un incremento di circa 1,5 bcm l'anno tramite interventi sulle centrali di spinta in Albania e Grecia, a patto di avere a breve tali volumi aggiuntivi dall'Azerbaijan.

Per il lungo periodo (4-5 anni) il ministro ha parlato della possibilità di raddoppiare il flusso del Tap, incrementando le importazioni per circa 10 bcm/anno. Ma per far questo, sono necessari circa 45 mesi per l'incremento dei primi 2 bcm (tramite interventi in Albania) e circa 65 mesi per l'aumento di ulteriori 8 bcm (ulteriori interventi in Albania e Grecia e alcuni interventi sulla rete italiana). Anche in questo caso, il prerequisito è un accordo con il Governo azero. Oggi, in un'intervista a "La Stampa", l'ad di Snam, Marco Alvera', ha dichiarato che il Tap "e' strategico" poichè "in tempi ragionevoli, che si potrebbero anche accelerare, si puo' passare da 10 a 20 miliardi di metri cubi l'anno, equivalenti ai due terzi del gas in arrivo da Mosca".

Terzo e ultimo snodo mediterraneo è il Greenstream, da cui arrivano 3,2 bcm(4% del fabbisogno) dalla Libia via Gela. Ma questa rotta è già massimizzata, secondo Cingolani.

Chiusa, invece, la via del Nord Europa (Olanda, Danimarca, Norvegia, UK), da dove arrivano 2,2 bcm (3%). Questa rotta è oggi solo parzialmente utilizzata, a fronte di una capacità massima riscontrata negli anni passati fino a 12 bcm. Il limite principale per l'incremento è rappresentato dal fatto che in caso di crisi il gas proveniente dal Nord Europa sarebbe utilizzato prevalentemente dagli stessi Paesi nordici.

Coi 9 bcm/anno in più del Transmed e i 10 bcm del Tap, mancano all'appello 10 bcm di gas perchè l'Italia possa fare a meno, nel lungo periodo, della Russia. Come sostituirli? Un'altra fonte è il gas naturale liquefatto (GNL). L'Italia punta anche in questo caso a massimizzare l'utilizzo dei terminali. In particolare, sempre secondo Cingolani, è ipotizzabile un maggiore utilizzo dei terminali italiani anche nei periodi dell'anno in cui tipicamente non sono utilizzati (con possibile incremento complessivo di 6 bcm/anno). Questo implica la disponibilità di GNL aggiuntiva e un migliore utilizzo dei terminali (come da recenti intese con Qatar).

Non solo, per stare più coperti si punta anche a nuova capacità di rigassificazione. Attualmente il sistema garantisce 9,8 bcm (13% del fabbisogno) tramite i terminali GNL di Livorno, Panigaglia (unico in terraferma), Cavarzere, a fronte di una capacità massima di di 16 bcm/ anno.

Le opzioni sono due e non sommabili: nuove unità galleggianti ancorate in prossimità di porti e nuova capacità onshore. Il primo progetto è realizzabile in 12-18 mesi (dall'ottenimento delle autorizzazioni) e garantirebbe circa 16-24 bcm, secondo il ministero della Transizione ecologica. Inoltre, sarebbe una soluzione più rapida e flessibile rispetto ai terminali onshore e di minore costo.

Per quanto riguarda l'onshore, sono realizzabili due terminali per complessivi circa 20 bcm anno di capacità, già autorizzati, in circa 36-48 mesi. Ma, oltre ai maggiori costi per lo Stato, gli operatori chiedono di usufruire del meccanismo di regolazione dei costi sostenuti che garantisce agli investitori la remunerazione dell'investimento anche se parzialmente utilizzati (il cosiddetto "fattore di garanzia") e di assicurare che i progetti siano accompagnati da adeguati contratti long term di fornitura di GNL.

Infine, c'è l'incremento della produzione nazionale sui giacimenti esistenti. L'incremento previsto dal governo è di 2,2 miliardi di metri cubi, che consentono di arrivare fino a circa 5 miliardi di metri cubi. Questi, sommati all'eventuale incremento delle altre fonti (+1,5 bcm da Tap, +2 bcm da TransMed, +6 bcm da GNL e +3 bcm da rinnovabili) accorcerebbero la distanza con la Russia di 14,5 bcm nel breve periodo. Nel medio e lungo manca all'appello l'altra metà.

gug

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March 21, 2022 13:04 ET (17:04 GMT)