Rendiconto

Sommario

12

1

Politica monetaria

23

6

Contributo alla stabilità

1.1

Mandato e strategia di politica monetaria

23

del sistema finanziario

102

1.2

Evoluzione economica internazionale

27

6.1

Fondamenti

102

1.3

Evoluzione economica in Svizzera

31

6.2

La crisi di Credit Suisse

103

1.4

La politica monetaria nel 2023

39

6.3

Iniziativa per l'ampliamento

del sostegno di liquidità

114

2

Attuazione della politica monetaria

55

6.4

Monitoraggio dei rischi: temi di attualità

115

2.1

Fondamenti e quadro generale

55

6.5

Misure concernenti il mercato

2.2

Sviluppi sul mercato monetario

ipotecario e immobiliare

116

e valutario

58

6.6

Sorveglianza sulle infrastrutture

2.3

Impiego degli strumenti

del mercato finanziario

118

di politica monetaria

60

6.7

Sicurezza cibernetica

2.4

Riserve minime

67

del settore finanziario

122

2.5

Liquidità in valute estere

68

2.6

Sostegno straordinario di liquidità

69

7

Partecipazione alla cooperazione

monetaria internazionale

123

3

Approvvigionamento del circolante

71

7.1

Fondamenti

123

3.1

Fondamenti

71

7.2

Cooperazione multilaterale

123

3.2

Sportelli di cassa, agenzie

7.3

Cooperazione bilaterale

133

e depositi di contante

71

3.3

Banconote

72

8

Servizi bancari per la Confederazione

136

3.4

Monete

76

9

Statistiche

137

4

Contributo al corretto funzionamento

9.1

Fondamenti

137

del circuito dei pagamenti

9.2

Prodotti

138

senza contante

78

9.3

Progetti

138

4.1

Fondamenti

78

9.4

Collaborazione

140

4.2

Il sistema SIC nel 2023

80

5

Gestione degli attivi

84

5.1

Fondamenti

84

5.2 Processo di investimento

e di controllo del rischio

86

5.3

Struttura ed evoluzione degli attivi

88

5.4

Rischi di bilancio

95

5.5

Risultato di gestione degli investimenti

99

Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

11

Politica monetaria

In data 19 marzo 2024 la Direzione generale della Banca nazionale svizzera (BNS) ha trasmesso all'Assemblea federale il Rendiconto per l'anno 2023 in conformità con l'art. 7 cpv. 2 della Legge sulla Banca nazionale (LBN). Il Rendiconto riportato qui di seguito riferisce in merito all'assolvimento dei compiti di cui all'art. 5 LBN, fra cui in particolare la conduzione della politica monetaria e il contributo della Banca nazionale alla stabilità del sistema finanziario. Esso è presentato al Consiglio federale e all'Assemblea generale delle azioniste e degli azionisti per informazione.

Sommario

La Banca nazionale conduce la politica monetaria nell'interesse generale del Paese. Essa deve assicurare la stabilità dei prezzi, tenendo conto in pari tempo dell'evoluzione congiunturale. Nella sua strategia di politica monetaria la Banca nazionale definisce il modo in cui esplica il proprio mandato legale. La strategia consiste in tre elementi. Il primo elemento specifica concretamente che cosa intende la Banca nazionale per stabilità dei prezzi. Il secondo designa la previsione condizionata di inflazione quale principale indicatore per la politica monetaria e strumento centrale della comunicazione. Il terzo descrive la maniera in cui la Banca nazionale attua la propria politica monetaria influenzando il livello dei tassi di interesse e il tasso di cambio.

In Svizzera la congiuntura dipende fortemente dall'evoluzione economica all'estero. Nel 2023 l'economia mondiale ha registrato nel complesso una crescita solida. Tuttavia, a livello delle singole aree economiche l'andamento risulta molto disparato. In vari paesi industrializzati, e particolarmente

in Europa, la dinamica economica ha rallentato sensibilmente in seguito alle politiche monetarie più restrittive e alle perdite di potere di acquisto causate dall'inflazione, mentre negli Stati Uniti la congiuntura è rimasta sorprendentemente robusta. In Cina la revoca della politica «Covid zero» ha innescato una netta ripresa. Nel corso del 2023 l'inflazione è regredita sul piano internazionale, ma alla fine dell'anno nella maggior parte dei paesi rimaneva al di sopra dei valori obiettivo delle banche centrali. Molte di esse hanno dapprima inasprito ulteriormente la propria politica monetaria e poi hanno lasciato i tassi di riferimento al livello così raggiunto, segnalando al tempo stesso che l'indirizzo restrittivo avrebbe potuto essere mantenuto ancora per qualche tempo.

Il disuguale grado di inasprimento monetario attuato nelle diverse aree valutarie si è tradotto in variazioni dei differenziali di interesse e ha così influenzato gli sviluppi sul mercato dei cambi. Su base ponderata per l'interscambio il dollaro USA e l'euro sono rimasti tendenzialmente stazionari, mentre lo yen ha nettamente perso valore.

12 Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

Nel 2023 la congiuntura in Svizzera ha avuto un andamento contenuto. Secondo la stima preliminare della Segreteria di Stato dell'economia (SECO), il prodotto interno lordo (PIL) su base destagionalizzata e depurata dell'effetto di eventi sportivi è aumentato dell'1,3%, ossia a un ritmo sensibilmente

più lento rispetto all'anno precedente (2,5%), durante il quale l'economia si era ulteriormente ripresa dalla pandemia da coronavirus. La dinamica dell'economia è stata frenata da vari fattori. In effetti, la debole domanda estera, la perdita di potere di acquisto delle economie domestiche conseguente all'inflazione, nonché condizioni di finanziamento più restrittive hanno inciso negativamente sulle esportazioni, sui consumi e sugli investimenti. La creazione di valore nell'industria è diminuita a causa della debole domanda globale, mentre il settore dei servizi ha registrato una solida espansione, nonostante un regresso nel settore bancario. Sul mercato del lavoro nel complesso la situazione è rimasta buona: l'occupazione è nettamente aumentata e la disoccupazione ha continuato a essere molto bassa.

L'inflazione annua misurata dall'indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) si è ridotta nel corso del 2023 tornando a situarsi, nella seconda metà dell'anno, nell'intervallo tra lo 0% e il 2% che la Banca nazionale assimila alla stabilità dei prezzi. Il tasso è sceso nettamente dal 3,2% del primo trimestre all'1,6% del quarto portandosi, nella media annua, dal 2,8% del 2022 al 2,1% dell'anno in esame.

Dopo avere innalzato il tasso guida BNS da - 0,75% all'1,0% nel 2022, in occasione degli esami della situazione economica e monetaria del marzo e del giugno 2023 la Banca nazionale lo ha portato, a due riprese, dall'1,0% all'1,75% al fine di contrastare la pressione inflazionistica. Nel quadro dell'esame della situazione di settembre lo ha lasciato invariato all'1,75%, facendo tuttavia rilevare che per salvaguardare la stabilità dei prezzi nel medio termine avrebbe potuto rendersi necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria. Alla luce della diminuita pressione inflazionistica nell'ultima parte dell'anno, anche in occasione dell'esame della situazione di dicembre la Banca nazionale ha deciso di mantenere immutato il tasso guida all'1,75%.

In occasione degli esami trimestrali della situazione economica e monetaria, la Banca nazionale ha regolarmente ribadito la sua disponibilità a intervenire se necessario sul mercato valutario al fine di creare condizioni monetarie appropriate. Negli esami di marzo, giugno e settembre hanno avuto un ruolo preminente le vendite di valuta estera, le quali hanno contribuito a far sì che, nonostante il differenziale di interesse nel complesso crescente rispetto all'estero, il franco guadagnasse valore e contrastasse la crescita dei prezzi in Svizzera.

Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

13

Attuazione della politica monetaria

In occasione dell'esame della situazione economica e monetaria di dicembre, la Banca nazionale ha comunicato che le vendite di valuta non avevano più preminenza nell'ambito della sua attività sul mercato dei cambi. Rispetto all'inizio del 2023 l'inflazione era nettamente più bassa e nella seconda metà dell'anno il franco si è apprezzato anche in termini reali. Per la prima volta da due anni, la previsione condizionata di inflazione si situava di nuovo entro l'area di stabilità dei prezzi lungo l'intero orizzonte previsivo triennale. L'inasprimento della politica monetaria, coadiuvato dall'indebolirsi dei fattori inflazionistici globali, ha contribuito in modo determinante al regresso dell'inflazione.

Gli aggiustamenti del tasso guida BNS possono ripercuotersi sui tassi ipotecari e determinare un adeguamento del tasso ipotecario di riferimento per i canoni di affitto. Quest'ultimo è aumentato due volte, nel giugno e nel dicembre 2023, passando dall'1,25% all'1,75%. Un rialzo del canone di affitto sulla base del tasso ipotecario di riferimento è consentito se il livello del tasso di riferimento sottostante al contratto di locazione è inferiore al suo livello attuale. L'elevato peso degli affitti nel paniere di beni dell'IPC, pari a circa un quinto, determina un certo effetto di retroazione fra il tasso guida BNS e l'IPC. Tuttavia ciò non mina l'efficacia antinflazionistica complessiva di un innalzamento del tasso guida BNS. Inoltre, l'aumento del tasso ipotecario di riferimento ha solo un effetto transitorio sull'inflazione. Grazie all'inasprimento della politica monetaria attraverso l'apprezzamento del franco, la Banca nazionale ha dovuto innalzare il tasso guida in misura nettamente inferiore rispetto ad altre banche centrali. In tal modo anche il rialzo del tasso ipotecario di riferimento è stato contenuto e il potenziale di incremento dei canoni di affitto è risultato minore.

Il 1º dicembre la Banca nazionale ha avviato, in collaborazione con SIX e sei banche commerciali, una sperimentazione pilota. Per la prima volta, per il regolamento di valori patrimoniali tokenizzati, è stata emessa sulla piattaforma regolamentata di SIX Digital Exchange (SDX) una moneta digitale di banca centrale in franchi destinata alle istituzioni finanziarie («wholesale central bank digital currency» o CBDC all'ingrosso). Con il progetto pilota la Banca nazionale intende raccogliere ulteriori conoscenze in questo ambito.

Ai fini dell'attuazione della politica monetaria la Banca nazionale fissa il tasso guida BNS. Essa si adopera affinché i tassi di interesse a breve del mercato monetario in franchi si situino in prossimità del tasso guida e focalizza la propria attenzione sul tasso applicato ai crediti overnight garantiti, il SARON (Swiss Average Rate Overnight). Nel 2023, per assicurare condizioni monetarie appropriate la Banca nazionale è inoltre intervenuta sul mercato dei cambi.

Nel corso dell'anno ha ceduto su base netta valute estere per il controvalore di 132,9 miliardi di franchi.

14 Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

Per attuare la sua politica nel mercato monetario la Banca nazionale fa leva su due elementi, i quali assicurano congiuntamente che i tassi a breve sui crediti garantiti del mercato monetario in franchi si situino in prossimità del tasso guida BNS. Il primo elemento consiste in una remunerazione differenziata degli averi a vista detenuti presso la Banca nazionale dalle banche e da altri operatori del mercato finanziario. Una tale remunerazione consente di regolare efficacemente i tassi del mercato monetario in presenza di un tasso guida BNS positivo e di un ampio eccesso di liquidità. Agli averi a vista fino a un determinato limite è applicato il tasso guida BNS. Quelli eccedenti tale limite sono remunerati al tasso guida BNS al netto di una riduzione di 0,5 punti percentuali. Inoltre, dal 1º dicembre 2023 la parte degli averi a vista destinata all'adempimento dell'obbligo di riserva non è più remunerata. La remunerazione differenziata crea un incentivo alla negoziazione di averi a vista sul mercato monetario in franchi. Il secondo elemento dell'approccio all'attuazione della politica monetaria consiste nella riduzione degli averi a vista, con conseguente diminuzione dell'offerta di liquidità sul mercato monetario, mediante operazioni di mercato aperto. Un mercato monetario attivo ed efficiente è essenziale per la trasmissione della politica monetaria e per la solidità della base di calcolo del SARON.

Nel suo ruolo di prestatrice di ultima istanza, in marzo la Banca nazionale ha messo a disposizione di Credit Suisse un sostegno di liquidità di proporzioni mai viste, pari a 168 miliardi di franchi. Questo è stato erogato in franchi, dollari USA ed euro in pochissimo tempo dopo la comunicazione del fabbisogno di liquidità.

Il sostegno di liquidità in franchi ha determinato un aumento degli averi a vista e della liquidità sul mercato monetario in questa valuta. La Banca nazionale ha assorbito una parte di questi averi a vista addizionali mediante operazioni di mercato aperto. La flessibilità dell'approccio attuativo della BNS ha garantito pertanto una regolazione efficace dei tassi del mercato monetario, assicurando che l'attuazione della politica monetaria non fosse pregiudicata dall'erogazione del sostegno di liquidità a Credit Suisse.

Dopo l'innalzamento del tasso guida BNS del giugno 2022 è aumentato il riflusso di contante alla Banca nazionale. Dato che la detenzione di quest'ultimo non è remunerata, al crescere dei tassi di interesse diminuisce la domanda di banconote di grosso taglio, detenute in particolare a fini di riserva di valore. Per questo motivo il valore totale delle banconote in circolazione si è ridotto, attestandosi nella media annua del 2023 a 76,5 miliardi di franchi, e segnando quindi un calo del 12,2% rispetto all'anno precedente. Il numero di biglietti complessivamente circolanti si è situato in media a 519,0 milioni, ossia a un livello del 3,5% inferiore a quello del 2022.

Approvvigionamento del circolante

Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

15

Circuito dei pagamenti senza contante

Nel giugno 2023 la Banca nazionale ha pubblicato i risultati del suo terzo sondaggio sui mezzi di pagamento presso i privati. Dall'analisi del loro impiego emerge un ulteriore spostamento dal contante verso strumenti alternativi, anche se a un ritmo meno sostenuto rispetto agli anni precedenti.

Nella primavera dello stesso anno la BNS ha inoltre avviato il suo secondo sondaggio sui mezzi di pagamento presso le imprese in Svizzera. In ottobre ha pubblicato un'anticipazione di alcuni risultati relativi all'accettazione dei vari strumenti e alla logistica del contante, e nel febbraio 2024 il rapporto dettagliato. L'indagine indica che le esigenze della clientela sono decisive nel determinare quali mezzi di pagamento vengono accettati dalle aziende.

Nell'ottobre 2023 la Banca nazionale e l'Amministrazione federale delle finanze hanno tenuto per la prima volta una tavola rotonda sull'approvvigionamento del circolante in Svizzera. Insieme ai principali attori in materia e ad associazioni economiche e dei consumatori hanno discusso di come garantire anche in futuro l'accesso al contante da parte della popolazione e la sua accettazione. È stato costituito un gruppo rappresentativo di esperti con l'obiettivo di individuare le sfide in questo ambito e sviluppare proposte risolutive.

Nel 2023 nel sistema di pagamento Swiss Interbank Clearing (sistema SIC) sono stati regolati giornalmente in media circa 3,9 milioni di transazioni per un valore di 228 miliardi di franchi. Rispetto all'anno precedente il numero medio di transazioni giornaliere è cresciuto di quasi il 3,8%, mentre l'ammontare regolato è aumentato del 14,1%. Uno dei fattori trainanti del maggiore ammontare totale delle transazioni è stato l'ulteriore inasprimento della politica monetaria, dato che le operazioni di assorbimento di liquidità della Banca nazionale sono regolate per la parte in contante tramite il sistema SIC.

Dal novembre 2023 il sistema SIC permette, oltre al regolamento lordo in tempo reale (Real Time Gross Settlement, servizio RTGS), anche i cosiddetti pagamenti istantanei («instant payments», servizio IP). Ciò consente l'immediata e definitiva trasmissione di valore, lungo l'intera catena di regolamento, dei pagamenti al dettaglio, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

I pagamenti al dettaglio possono comunque essere sempre regolati nell'ambito del servizio RTGS. Entro la fine del 2026 tutti i partecipanti al SIC attivi nel circuito al dettaglio dovranno essere in grado di ricevere i pagamenti istantanei, mentre per le maggiori istituzioni finanziarie operanti in questo ambito l'obbligo vale già a partire dall'agosto 2024.

16 Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

Nell'anno in esame il totale di bilancio della Banca nazionale è diminuito per la seconda volta consecutiva. A fine 2023 gli attivi ammontavano a

795 miliardi di franchi e risultavano pertanto calati di 87 miliardi di franchi rispetto a un anno prima, per effetto prevalentemente delle vendite di valute estere. Le riserve monetarie totalizzavano 725 miliardi di franchi, di cui

la maggior parte era detenuta sotto forma di investimenti in valuta estera e il resto in oro.

Il più importante fattore di rischio per gli investimenti è costituito dal rischio di cambio, seguito dai rischi sui corsi azionari, sui tassi di interesse e sul prezzo dell'oro. Di principio i rischi di cambio non sono coperti nei confronti del franco, poiché ciò influenzerebbe la domanda di franchi. Nel 2023 il rendimento delle riserve monetarie in franchi è stato pari allo 0,8%. Il valore delle disponibilità in oro è aumentato del 3,1%, quello delle riserve in valuta dello 0,7%. Quest'ultimo è stato pari a un rendimento del 9,4% in moneta locale. Tuttavia, il netto apprezzamento del franco ha avuto un effetto negativo sul rendimento.

La maggior parte degli investimenti in valuta estera della Banca nazionale

  • costituita da titoli di Stato. Essa investe però anche in azioni e obbligazioni societarie, al fine di sfruttare il contributo reddituale positivo di queste classi di attivo e migliorare così il rapporto rischio-rendimento a lungo termine.
    Nella gestione di tali titoli di emittenti privati la Banca nazionale considera anche aspetti di natura non finanziaria. Dato il suo ruolo speciale nei confronti del settore bancario, si astiene infatti dall'investire in azioni di banche di rilevanza sistemica a livello mondiale. Inoltre, nel quadro della sua politica di investimento la Banca nazionale considera norme e valori fondamentali della Svizzera. Pertanto, non investe in azioni e obbligazioni di società, i cui prodotti o processi produttivi sono palesemente lesivi di valori universalmente riconosciuti. Essa non acquista quindi titoli di imprese che violano in modo patente diritti umani fondamentali, che causano sistematicamente gravi danni ambientali o che sono coinvolte nella produzione di armi proscritte internazionalmente.

I rischi climatici e le modifiche delle politiche ambientali possono provocare o accentuare fluttuazioni di mercato e influire sull'attrattività di taluni attivi. Dal punto di vista della politica di investimento questi rischi non differiscono fondamentalmente da altri tipi di rischio finanziario. La BNS gestisce i rischi sui propri investimenti tramite la sua strategia di diversificazione.

Gestione degli attivi

Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

17

Stabilità del sistema finanziario

La Banca nazionale mira a un bilancio robusto caratterizzato da un livello di capitale proprio adeguato, per poter assorbire le perdite elevate che potrebbero verificarsi in considerazione dell'ingente bilancio. Il capitale proprio si compone degli accantonamenti per le riserve monetarie e della riserva per future ripartizioni. Al fine di assicurare nel tempo una solida base patrimoniale, la BNS procede ad assegnazioni annuali agli accantonamenti per le riserve monetarie. Nonostante la contrazione del bilancio nel 2022

e 2023, il rapporto fra capitale proprio e totale di bilancio è rimasto su un livello basso a causa della perdita elevata nel 2022. Sempre in seguito a tale perdita, la riserva per future ripartizioni è diventata negativa per la prima volta da nove anni e a fine 2023 si attestava a - 39,5 miliardi di franchi.

Nel 2023 il risultato di esercizio si è confermato negativo, collocandosi

a - 3,2 miliardi di franchi. Dopo l'attribuzione agli accantonamenti per le riserve monetarie pari a 10,5 miliardi di franchi e dedotto il risultato

di esercizio, la riserva per future ripartizioni ammonta a - 53,2 miliardi di franchi. Come nell'anno precedente, anche per il 2023 non è quindi possibile procedere al versamento di un dividendo né alla distribuzione dell'utile alla Confederazione e ai Cantoni.

L'assolvimento dei compiti in materia di stabilità finanziaria è stato segnato nel 2023 dalla crisi di Credit Suisse. Con l'annuncio delle autorità, il

19 marzo, di un pacchetto di provvedimenti consistente nell'acquisizione da parte di UBS e in misure di sostegno statali, la situazione di Credit Suisse si è stabilizzata. La Banca nazionale, entro la cornice del suo mandato

di contribuire alla stabilità del sistema finanziario, ha fornito un apporto sostanziale nella ricerca della soluzione. In quanto prestatrice di ultima istanza essa ha messo innanzitutto a disposizione di Credit Suisse un sostegno straordinario di liquidità nel quadro delle già esistenti linee di finanziamento contro garanzie collaterali («Emergency Liquidity Assistance», ELA). Ha inoltre concesso, sulla base di un'ordinanza di necessità del Consiglio federale, un sostegno straordinario supplementare di liquidità (ELA+) e un sostegno di liquidità sotto forma di prestiti coperti da garanzia della Confederazione contro il rischio di insolvenza («Public Liquidity Backstop», PLB). Il rimborso di ELA+ e PLB sarebbe stato privilegiato in sede di fallimento rispetto a determinati crediti. Questi nuovi strumenti, creati in forza del diritto di necessità, si sono resi indispensabili poiché, a causa degli elevati deflussi di fondi, le garanzie collaterali apprestate da Credit Suisse a fronte dell'ELA risultavano ormai insufficienti.

Il pacchetto di misure è stato decisivo al fine di superare l'acuta crisi di Credit Suisse ed evitare così una crisi finanziaria con gravi conseguenze economiche negative per la Svizzera e altri paesi. Con l'ingente sostegno di liquidità

la Banca nazionale ha concorso in maniera determinante, nel quadro del ruolo assegnatole dalla legge, al successo del predetto pacchetto di misure.

18 Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

Il ruolo della Banca nazionale di prestatrice di ultima istanza deriva dal suo compito di contribuire alla stabilità del sistema finanziario. In questa veste essa fornisce, contro adeguate garanzie collaterali, un sostegno straordinario di liquidità alle banche che pur restando solvibili non sono più in grado di rifinanziarsi sul mercato. Ai sensi della Legge sulla Banca nazionale, questa

  • tenuta a richiedere adeguate garanzie collaterali a copertura del sostegno di liquidità. Tale principio corrisponde alla prassi internazionale. La BNS accetta una vasta gamma di garanzie, le quali vengono determinate d'intesa con le banche. In tale contesto hanno un ruolo prominente attivi non liquidi che, in caso di crisi, le banche non possono utilizzare per generare liquidità nel breve termine. Le garanzie accettate dalla Banca nazionale e lo scarto basato sul rischio che essa applica nel valutare le garanzie stesse sono comparabili con quelli di altre banche centrali.

Condizione essenziale per l'impiego di attivi illiquidi come collaterale per attingere al sostegno di liquidità è che per tali strumenti possa essere efficacemente istituito un diritto di garanzia a favore della Banca nazionale. Diversamente, la BNS è impossibilitata a realizzare il collaterale in caso di mancato rimborso del prestito. Ai fini della stanziabilità di attivi come garanzia è indispensabile che le banche abbiano espletato i preliminari necessari.

La Banca nazionale si adopera costantemente per poter assolvere in modo ottimale i suoi compiti di prestatrice di ultima istanza. Questo impegno implica regolari test di verifica delle relative procedure con le banche di rilevanza sistemica, nonché la collaborazione con altre importanti banche centrali, che in caso di crisi svolgono un ruolo primario nell'erogazione di liquidità in valuta estera. Grazie a procedure consolidate e ad una vasta preparazione allo scenario di crisi, la Banca nazionale ha potuto in tempi brevissimi mettere a disposizione di Credit Suisse liquidità per un importo molto elevato e nelle valute occorrenti.

La crisi di Credit Suisse ha messo in luce debolezze nel dispositivo regolamentare. Dovrebbero quindi essere rafforzate la resilienza delle banche e la loro capacità di risoluzione in caso di crisi. Al tempo stesso si dovrebbe verificare se l'attuale normativa «too big to fail» (TBTF) tiene adeguatamente conto della rilevanza sistemica di singoli istituti. La Banca nazionale vede la necessità di un'azione correttiva in particolare nei seguenti ambiti: intervento precoce, requisiti patrimoniali e di liquidità, piani di risanamento e risoluzione. Essa partecipa a livello sia nazionale che internazionale al dibattito in corso sugli adeguamenti dell'assetto regolamentare.

Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

19

Cooperazione monetaria internazionale

Durante il 2023 la Banca nazionale ha informato il pubblico in merito alla sua iniziativa intesa a fornire liquidità a fronte di garanzie ipotecarie (LFGI). Le banche di qualsiasi dimensione possono trovarsi confrontate a situazioni in cui, pur avendo adottato misure preventive conformi alla regolamentazione, necessitano in tempi brevi di molta liquidità. Grazie a tale iniziativa, all'occorrenza la Banca nazionale potrà concedere prestiti garantiti da mutui ipotecari a tutti gli istituti bancari in Svizzera che si sono preparati a questo fine. Tale possibilità era già offerta alle banche di rilevanza sistemica. I lavori preliminari relativi all'iniziativa sono cominciati nel 2019.

Sullo sfondo dell'aumento dei tassi del mercato dei capitali e ipotecari nel 2022 e 2023, durante l'anno sotto rassegna si è delineato un graduale indebolimento della dinamica nel mercato immobiliare e ipotecario. Nonostante tale raffreddamento, in questi mercati hanno continuato a esistere vulnerabilità. In relazione alla qualità del credito vi sono stati indizi di

un accresciuto rischio di sostenibilità finanziaria, specie per i nuovi prestiti a mutuatari commerciali. Inoltre, sul mercato degli immobili residenziali i prezzi sono rimasti più elevati di quanto possano spiegare fattori fondamentali. Su questo sfondo le riserve di capitale nel sistema bancario rivestono un'importanza determinante.

La Banca nazionale verifica regolarmente l'opportunità di aggiustare il cuscinetto anticiclico di capitale settoriale, ossia mirato ai prestiti ipotecari per il finanziamento di immobili residenziali in Svizzera. Dal 2022 esso

  • pari al 2,5%. Dopo approfondita analisi, nel 2023 la BNS ha deciso di non sottoporre al Consiglio federale alcuna proposta di aggiustamento. Tenuto conto delle vulnerabilità presenti sul mercato ipotecario e immobiliare svizzero tale livello continuava ad apparire appropriato.

La Banca nazionale partecipa alla cooperazione monetaria internazionale operando attivamente all'interno di istituzioni e organismi multilaterali e collaborando su base bilaterale con altre banche centrali e autorità. Tra le organizzazioni e gli organismi multilaterali figurano il Fondo monetario internazionale (FMI), la Banca dei regolamenti internazionali (BRI),

il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB), il Finance Track del G20, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nonché il Central Banks and Supervisors Network for Greening the Financial System (NGFS).

20Rapporto di gestione 2023, Rendiconto

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SNB - Schweizerische Nationalbank published this content on 18 March 2024 and is solely responsible for the information contained therein. Distributed by Public, unedited and unaltered, on 19 March 2024 06:44:04 UTC.