Sequana Medical NV ha annunciato di aver impiantato la 1.000 alfapompa per il trattamento dell'ascite ricorrente e refrattaria dovuta alla cirrosi epatica e all'ascite maligna. La Società riferisce inoltre di aver ricevuto tutte le autorizzazioni amministrative per avviare lo studio statunitense MOJAVE di DSR 2.0 in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia e prevede di arruolare il primo paziente a breve. L'alfapompa di Sequana Medicalacos è un dispositivo completamente impiantabile, caricato in modalità wireless, che raccoglie continuamente l'ascite che si forma nella cavità addominale e la sposta nella vescica, dove viene naturalmente espulsa dal corpo attraverso la minzione. Da quando è stato impiantato il primo alfapump, alla fine del 2008, si è registrato un aumento costante del numero di pazienti che beneficiano della migliore qualità di vita offerta da alfapump.

In questo periodo, più di 100.000 litri di ascite sono stati rimossi in modo sicuro con l'alfapump. Il forte profilo clinico di alfapump è stato dimostrato nello studio cardine POSEIDON I risultati salienti dello studio aziendale POSEIDON, che ha soddisfatto tutti gli endpoint primari, sono stati presentati di recente al meeting sul fegato dell'EASL a Viennaii: alfapump è stato efficace nel controllo dell'ascite, eliminando virtualmente la necessità di paracentesi di grandi volumi. La sicurezza è stata in linea con le aspettative, soprattutto in considerazione della progressione della malattia in questi pazienti.

Sei pompe sono state espiantate: tre a causa dell'erosione cutanea e tre a causa di un moderato disagio vescicale Numero simile di eventi avversi maggiori e numero comparabile di infezioni gravi nel periodo pre- e post-impianto. Funzione renale stabile nel corso del follow-up a lungo termine. Miglioramento clinicamente significativo e statisticamente significativo della qualità di vita del pazienteaco a sei mesi dall'impianto.

Probabilità di sopravvivenza a un anno del 70%, con un confronto favorevole con la letteratura che cita un tasso di sopravvivenza del 50% a un anno in questa popolazione di pazienti.