BASILEA (awp/ats) - Fatturato ancora in crescita per Syngenta: nel primo trimestre le vendite del colosso agrochimico (svizzero, ma in mani cinesi) sono salite a 9,2 miliardi di dollari (8,2 miliardi di franchi), il 3% in più dello stesso periodo del 2022. La progressione raggiunge l'8% se espressa in valute locali.

"Tutti i comparti aziendali hanno continuato a beneficiare della domanda di prodotti e servizi che aiutano gli agricoltori ad aumentare le rese, a promuovere metodi agricoli rigenerativi per combattere il cambiamento climatico, a migliorare la salute del suolo e a proteggere la biodiversità e la qualità dell'acqua", si legge in un comunicato diffuso oggi.

Il gruppo - che comprende l'elvetica Syngenta, l'israeliana Adama e le attività agricole della cinese SinoChem - ha inoltre introdotto i "necessari aumenti di prezzo" per compensare l'aumento dei costi. Tutto questo si è tradotto in solidi guadagni: il risultato operativo complessivo Ebitda (cioè prima di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti) è salito dell'1% a 1,9 miliardi di dollari, con un in incremento del 9% al netto dell'influsso dei cambi.

Syngenta è nata nel 2000 dalla fusione delle divisioni agrochimiche dei giganti farmaceutici AstraZeneca e Novartis. Ha sede a Basilea e 57'000 dipendenti attivi in oltre 100 nazioni. Un tempo quotata alla borsa svizzera, l'impresa è stata rilevata nel 2017 dal gigante cinese ChemChina per 43 miliardi di dollari. Due anni prima la società renana aveva respinto un tentativo di acquisizione da parte dell'americana Monsanto, che è stata in seguito inghiottita dalla tedesca Bayer. Nel frattempo Syngenta punta da tempo a un nuovo sbarco in borsa, questa volta a Shanghai.