MILANO (MF-DJ)--Alzato il velo sul piano di sviluppo di Tim, con tanto di dettagli e stime sui numeri dell'azienda, adesso si tratta di far accadere quanto è stato scritto nelle slide. «Dico quello che penso e faccio quello che dico», ha sottolineato l'ad, Pietro Labriola, mentre illustrava le novità per il futuro di Telecom. Di fronte ha una serie di sfide che, se superate, lo proietterebbero probabilmente in una sorta di Olimpo dei manager, visto che molti sono convinti che il compito dei prossimi anni non solo sia complesso, ma proprio impossibile. Ecco le 12 fatiche che si troverà ad affrontare Labriola sul suo cammino, scrive Milano Finanza.

La separazione di Netco. Per certi versi è lo step più facile, perché dipende solo da Telecom e dai suoi manager. Fondamentale perché molto del futuro del piano ruota attorno a questo tassello epocale. Separare la rete è la strada perché Tim non sia più operatore verticalmente integrato.

La sfida francese. Il principale azionista Vivendi sostiene che Netco valga 31 miliardi. I francesi peraltro sostengono che una volta stabilito un prezzo, la cessione dovrebbe implicare un premio di controllo. Sedersi al tavolo con Open Fiber con un valore iniziale credibile di Netco potrebbe essere fondamentale ai fini dell'accordo finale.

Rassicurare Kkr. Il fondo americano è già azionista di Fibercop e gode di ritorni sull'investimento garantiti e soddisfacenti. Il gradimento di Kkr non sarà determinante o vincolante, ma un eventuale maggiore coinvolgimento economico del fondo potrebbe determinare minori esborsi per altri soggetti.

L'accordo con Open Fiber. Una volta risolti gli eventuali conflitti tra gli azionisti di casa, si tratterà di arrivare a un'intesa con Open Fiber che procederà su due livelli, quello finanziario con Cdp e Macquarie e quello industriale con la società guidata da Mario Rossetti.

Execution. In teoria il 31 ottobre dovrebbe arrivare l'offerta vincolante di Open Fiber per Netco. La verità è che non ci crede quasi nessuno. La sfida dei tempi, tutta legata alla capacità di execution, sarà una di quelle che gli investitori guarderanno con più attenzione.

Enterprise. Per Labriola il valore della società ha stupito lo stesso management di Tim. Integrare le funzioni di cloud, data center, cybersecurity e IoT dovrebbe garantire efficienza e redditività. Molti fondi (a partire da Cvc) stanno valutando l'acquisto di una quota di minoranza e la valorizzazione dell'asset potrebbe dare un segnale del nuovo corso di Tim.

Maledetto debito. C'è un grosso peccato originale che da anni grava come un macigno su Tim ed è il suo debito. La sfida della riduzione dell'indebitamento ha fiaccato molti dei ceo che hanno preceduto Labriola. Una volta separata Netco, l'obiettivo per ServiceCo (ossia Brasile, più Enteprise più Consumer) è di avere un debito inferiore a 5 miliardi.

Tagli al personale. Labriola ha parlato di esodi volontari e nel piano ha già stanziato una cifra importante destinata agli esuberi. Resta la sfida di ridurre il personale di quasi 10.000 unità (tra tutte le unità) in meno di 10 anni.

Far rinascere le tlc. Questa sfida non dipende da politica, regolatori, azionisti, ma dalla capacità di operare il turnaround del business tradizionale. Labriola dovrà passare da tanti clienti poco redditizi a forse un po' meno clienti, ma che generano maggiore valore aggiunto.

Far salire il titolo. Questa sembra proprio una fatica degna di Ercole, perché da 20 anni le azioni Telecom continuano a scendere quasi inesorabilmente. A marzo 2022 è stato toccato il minimo storico di 0,236 euro e ora a ridosso del piano sono intorno a 0,258 euro. Kkr aveva offerto 0,505 euro per azione e l'obiettivo sarà dimostrare che rifiutare quella offerta è stata una buona scelta.

Distribuire dividendi. Tra le mosse più criticate della recente gestione di Tim c'è stato il congelamento della distribuzione di cedole per i detentori dei titoli risparmio. Tornare a remunerare gli azionisti potrebbe ridare appeal al titolo e invertire la sensazione di una società che fatica a generare ricchezza.

Consolidamento. Labriola lo dice ogni volta che ne ha occasione: così com'è, il mercato italiano delle tlc non è sostenibile. Servono troppi investimenti a fronte di ritorni incerti a causa di una competizione agguerrita sui prezzi. La sfida sarà essere protagonisti del cambiamento, dalla condivisione delle infrastrutture mobili fino all'm&a tra operatori.

red

MF-DJ NEWS

1108:15 lug 2022


(END) Dow Jones Newswires

July 11, 2022 02:16 ET (06:16 GMT)