ROMA (MF-DJ)--In teoria manca ancora un mese: la scadenza per le offerte è stata fissata da Tim per il 18 aprile e gli advisor sono al lavoro, ma dietro le quinte c'è chi è convinto che alla fine nessuna delle due offerte attualmente sul tavolo di Telecom andrà in porto. Né quella di Kkr né quella di Cdp-Macquarie. Chi sostiene questa tesi la motiva in parte con il prezzo di partenza offerto e in parte con le valutazioni implicite legate ai rendimenti dei fondi coinvolti. Intanto, va detto, le due offerte non sono uguali, a partire dal perimetro.

La proposta di Kkr, scrive MF-Milano Finanza, per esempio, non contempla una parte di apparati Ict che invece sono compresi nel perimetro di Netco individuato da Cdp-Macquarie. C'è poi la valutazione di Fibercop, che in estrema sintesi è stata sopravvalutata da Kkr ma sottovalutata da Cdp-Macquarie. L'offerta di Kkr invece avrebbe previsto vincoli contrattuali onerosi per Servco (ossia la società di telefonia che rimarrebbe una volta ceduta Netco). Altre differenze riguardano le garanzie occupazionali, che nell'offerta del fondo Usa non sarebbero state adeguate, con il rischio di veder «tornare» in Servco parte dei dipendenti.

Quanto invece ai rischi Antitrust, che secondo Kkr ci sarebbero e invece secondo Cdp-Macquarie sarebbero molto contenuti; Tim avrebbe chiesto di assumersi il rischio economico di eventuali contestazioni dell'authority, rischio che secondo quanto risulta la cordata guidata da Cdp dovrebbe essere pronta ad assumersi. Il punto, al di là delle differenze, è che entrambe le offerte sono state bocciate dal cda, ma la sensazione è che non potranno essere alzate di molto. Certo, se arrivasse un'offerta che valuta Netco il 40-50% in più, per esempio 27-28 miliardi, il primo azionista Vivendi (24%), che pure ha sempre sostenuto che il reale valore fosse 31, probabilmente finirebbe per accettare, a maggior ragione dopo la recente svalutazione a bilancio della quota Tim. Eppure, anche se ovviamente è tutto da dimostrare, alcuni osservatori sottolineano che le offerte presentate non potranno alzarsi di molto. Potranno essere ritoccate qua e là, ma difficilmente i fondi si ripresenteranno con miliardi in più. In parte perché gli advisor al lavoro ritengono che quello presentato sia il reale valore dell'asset e in parte perché una proposta più alta implicherebbe quasi certamente un rendimento inferiore che i fondi potrebbero proporre ai rispettivi quotisti, cui è sicuramente stato garantito un ritorno interessante. E questo è un problema che Kkr e Macquarie condividono pur avendo fatto offerte diverse.

Riassumendo: un'offerta sensibilmente più alta risolverebbe qualsiasi problema, mentre in caso contrario si aprirebbero altri scenari. Ce n'è uno che continua a circolare e che ipotizza un'opa lanciata da un soggetto pubblico su Tim, ma non da Cdp. Quest'ultima, secondo alcuni pareri legali, potrebbe incappare in un veto di Kkr su Fibercop. C'è un mese di tempo per trovare una soluzione

alu

MF-DJ NEWS

2109:23 mar 2023


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