Un giudice di Oakland, California, in una sentenza provvisoria di martedì scorso, ha respinto la contro-denuncia di Tesla, sostenendo che l'agenzia non ha notificato all'azienda le accuse di parzialità, né le ha dato la possibilità di patteggiare prima di citarla in giudizio lo scorso febbraio.

Il giudice della Corte Superiore della California, Evelio Grillo, ha dato a Tesla tempo fino al 3 febbraio per presentare un reclamo emendato, che completi la sua affermazione secondo cui l'agenzia ha adottato "regolamenti sotterranei" per eludere i requisiti che deve soddisfare prima di intentare una causa.

L'udienza è prevista per mercoledì mattina.

Un rappresentante di Tesla e l'agenzia non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.

L'agenzia sostiene che lo stabilimento di Tesla a Fremont, in California, è un luogo di lavoro segregato razzialmente, dove i dipendenti neri sono stati molestati e discriminati per quanto riguarda le assegnazioni di lavoro, la disciplina e la retribuzione.

Tesla ha negato di aver commesso illeciti e ha affermato che la causa è motivata politicamente.

In agosto, Grillo ha respinto la mozione di Tesla per archiviare la causa, affermando che il suo attacco alle pratiche dell'agenzia non era una difesa contro le richieste di discriminazione. Tesla ha presentato la contro-causa a settembre.

Sempre in agosto, un'altra agenzia amministrativa statale ha rifiutato di rivedere un reclamo di Tesla, sostenendo che il Dipartimento dei Diritti Civili faceva causa alle aziende senza condurre indagini approfondite.

Nei tribunali della California sono in corso diverse cause che accusano Tesla di tollerare la discriminazione e le molestie sessuali nelle sue fabbriche.

Ad aprile, un giudice statale ha ridotto da 137 milioni di dollari a 15 milioni di dollari il premio assegnato dalla giuria a un lavoratore di colore che aveva denunciato molestie razziali. L'operaio ha rifiutato il risarcimento ridotto e ha optato per un nuovo processo, che è previsto per marzo.