ROMA (MF-DJ)--A fine 2020, l'esposizione complessiva del gruppo Unicredit nel settore gaming è pari a 987 mln, di cui 32 mln on balance (esposizione di cassa) e 955 mln off balance (prevalentemente crediti di firma, di cui utilizzati per 594 mln). Il portafoglio performing ammonta a 948 mln, di cui 919 mln off balance (utilizzati per 558 mln), mentre il non performing è pari a 39 mln, quasi completamente off balance (36 mln).

Lo ha detto Andrea Casini, di Unicredit Italia, durante un'audizione davanti alla commissione di inchiesta sulle banche in merito alle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale.

Pur in presenza di "fisiologica" concentrazione sui principali concessionari del mercato domestico, circa il 40% dell'esposizione della banca al settore è riferibile ad operatori di minori dimensioni. In generale, "il supporto finanziario concesso è prevalentemente focalizzato su bonding facilities (es. bid bonds per la partecipazione a gare di concessione, performance bonds, garanzie aventi ad oggetto il regolare riversamento dell'imposta sul gioco); le esposizioni per cassa sono per lo più finalizzate, a supporto di capex, rinnovo delle concessioni ed M&A", ha proseguito.

Nel 2020, pur nel contesto pandemico ancora in corso, l'esposizione complessiva di Unicredit è risultata sostanzialmente stabile, registrando un incremento di 6 mln al netto della riduzione dell'esposizione di un singolo cliente per quasi 40 mln.

Con riferimento all'evoluzione dell'apertura e della chiusura dei rapporti, non sono state fornite disposizioni volte alla chiusura generalizzata dei rapporti con gli operatori del settore. Unicredit, infatti, serve in questo settore un ampio numero di clienti: circa 4 mila a fine 2020 (+9% rispetto al 2018), di cui circa 500 imprese con

affidamenti e la restante parte costituita prevalentemente da piccole imprese (oltre 3.200).

Sulla base delle estrazioni operate per gli anni 2018, 2019 e 2020, alla fine dell'anno scorso risultano chiusi 269 contratti di conto corrente (76 nel 2018, 102 nel 2019, 91 nel 2020), che comprendono anche chiusure di rapporti di conto corrente aperti prima del periodo di riferimento.

I sistemi in adozione presso Unicredit, ha messo in evidenza Casini, non consentono di poter distinguere le specifiche motivazioni alla base della cessazione dei rapporti con gli operatori e in genere con la clientela, a prescindere da eventuali categorie di appartenenza. Di conseguenza, il dato numerico risulta costituito sia da chiusure di

rapporti di conto corrente ad iniziativa degli operatori che di Unicredit. In quest'ultimo caso, tutte le chiusure intercorse negli scorsi anni, ha precisato, sono state legate esclusivamente a temi di antiriciclaggio.

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May 17, 2021 06:57 ET (10:57 GMT)