Il dollaro australiano ha mantenuto un atteggiamento di attesa lunedì, dopo aver subito forti perdite la scorsa settimana a causa di una serie di rialzi dei tassi delle banche centrali che hanno alimentato le preoccupazioni sulla crescita globale, in attesa dei dati sull'inflazione locale per avere indizi sulla mossa dei tassi di luglio.

L'ammutinamento di breve durata del fine settimana da parte dei mercenari russi, potenzialmente negativo per il sentimento di rischio, sarebbe stato negativo per l'Aussie al margine, ma gli investitori erano in attesa di maggiore chiarezza sulla situazione.

La valuta antipodica oscillava intorno a 0,6690 dollari, dopo il crollo del 2,8% della scorsa settimana, il più grande dall'agosto dello scorso anno, a 0,6663 dollari. Ora si trova ad affrontare la resistenza della media mobile a 200 giorni a $0,6693, ma ha un supporto al minimo di venerdì a $0,6663 e al livello di ritracciamento di $0,6626.

Il dollaro kiwi è andato meglio con un guadagno dello 0,3% a $0,6167. La scorsa settimana ha perso l'1,4% a 0,6118 dollari, con una resistenza al recente top di 0,6247 dollari e un supporto a 0,6030 dollari.

Venerdì, i dati sull'attività in Europa e negli Stati Uniti hanno deteriorato il sentimento del rischio, alimentando le preoccupazioni che l'economia mondiale debba rallentare bruscamente, tra i commenti da falco delle banche centrali, secondo cui gli aumenti dei tassi potrebbero essere ancora necessari per domare l'inflazione.

"L'AUD/USD può continuare a diminuire e testare 0,6547 questa settimana", ha detto Joseph Capurso, stratega senior delle valute presso la Commonwealth Bank of Australia. "L'assenza di notizie sul pacchetto di stimolo economico ipotizzato dalla Cina sarà il 'tallone d'Achille' dell'AUD nelle prossime settimane, a nostro avviso".

L'Aussie, visto come un proxy per lo yuan strettamente gestito, è stato sotto pressione in quanto gli investitori sono diventati frustrati per la lenta ripresa economica della Cina dopo la COVID-19 e per la mancanza di misure di stimolo di grande portata per affrontarla.

A livello nazionale, i trader guardano ai dati mensili sull'inflazione, previsti per mercoledì, e ai dati sulle vendite al dettaglio, giovedì. Gli analisti si aspettano che l'inflazione annuale si riduca in modo abbastanza netto al 6,1% a maggio, dal 6,8%.

"Tuttavia, non ci aspettiamo che la Banca tolga il piede dai freni", ha dichiarato Marcel Thieliant, economista senior di Capital Economics. "Il risultato è che, nonostante la sorpresa al rialzo di aprile, sia l'inflazione principale che quella di base probabilmente non saranno molto lontane dalle previsioni della RBA per il secondo trimestre".

Attualmente, i mercati propendono per una pausa a luglio con una probabilità del 60%, mentre scommettono che i tassi dovrebbero salire al 4,55% entro novembre. (Servizio di Stella Qiu; Redazione di Muralikumar Anantharaman)