L'euro perde lo 0,43% a 1,0749 dollari, mentre la sterlina perde lo 0,72% a 1,2538 dollari, entrambe ai minimi da metà giugno, dopo i dati sull'attività economica in Cina ed Europa che hanno ridotto l'appetito per il rischio in tutte le classi di asset.

Il Pmi cinese per i servizi si è attestato su livelli visti l'ultima volta quando gran parte del paese era in lockdown, ed è solo l'ultimo di una serie di dati deludenti, mentre l'attività industriale della zona euro è diminuita più rapidamente di quanto ci si aspettasse inizialmente.

I titoli di stato americani calano alla ripresa delle contrattazioni dopo il Labor Day, con il rendimento del Treasury a dieci anni in aumento di 0,043% a 4,2143%.

Il dollaro australiano, esposto alla Cina, è stato il più colpito, con un calo dell'1,35% a 0,6378 dollari, anche a causa dell'ultimo aggiornamento della politica della Reserve Bank of Australia.

La Rba ha mantenuto il tasso di riferimento al 4,1% per il terzo mese consecutivo e, sebbene abbia lasciato aperta la porta a futuri aumenti, i mercati valutano solo il 30% di possibilità che i tassi salgano da qui in poi.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)