Lo yen è stato sotto pressione rispetto alla maggior parte delle altre valute principali mercoledì, anche se le autorità giapponesi hanno detto che potrebbero intervenire per sostenerlo, mentre il dollaro australiano è sceso dopo che i dati hanno mostrato un'inflazione in calo a maggio.

Le aspettative del mercato sul fatto che la Banca del Giappone (BOJ) manterrà i tassi di interesse ultra-bassi, mentre altre banche centrali inaspriscono la politica monetaria per frenare l'inflazione, hanno pesato sulla valuta giapponese, alimentando la speculazione su se e quando la banca centrale potrebbe intervenire per arginare i suoi ribassi.

"Stiamo osservando da vicino i movimenti della valuta con un forte senso di urgenza", ha dichiarato mercoledì ai giornalisti Masato Kanda, il principale diplomatico valutario del Giappone.

"Risponderemo in modo appropriato se diventeranno eccessive".

Il dollaro americano è salito a 144,2 yen mercoledì - un nuovo massimo di sette mesi - mentre l'euro è salito a un massimo di 15 anni di 157,94 yen.

L'aumento del dollaro rispetto allo yen è destinato a crescere ulteriormente, il che significa che il rischio che il Ministero delle Finanze giapponese intervenga nel mercato dei cambi è aumentato, ha detto Carol Kong, stratega valutario presso la Commonwealth Bank of Australia. Il Ministero delle Finanze giapponese dà istruzioni alla BOJ.

"Tuttavia, notiamo che è la velocità del cambiamento, piuttosto che il livello, che conta di più nella decisione di intervenire", ha detto Kong.

Il Giappone ha fatto incursioni nel mercato valutario per sostenere lo yen lo scorso settembre e ottobre, per arginare il crollo della valuta, che ha toccato un minimo di 32 anni a 151,94 contro il dollaro.

Nel frattempo, il dollaro australiano è sceso al minimo di tre settimane di 0,6618 dollari, dopo che il tasso di inflazione dei prezzi al consumo locale è rallentato al minimo di 13 mesi a maggio.

L'Aussie era in calo dello 0,67% a $0,6641. Il kiwi è sceso dell'1,04% a 0,6098 dollari.

Anche la misura dell'inflazione core si è raffreddata, in un segnale che indica che i tassi di interesse potrebbero non dover aumentare di nuovo a luglio.

In Europa, l'euro e la sterlina sono scesi di poco rispetto al dollaro, rispettivamente a $1,0950 e $1,12733, mentre il dollaro è salito dello 0,16% rispetto al franco svizzero, a 0,89505.

I trader stanno anche osservando la conferenza della Banca Centrale Europea (BCE) in corso sul central banking, alla ricerca di eventuali suggerimenti da parte dei responsabili politici sul futuro percorso di rialzo dei tassi.

Il presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell parteciperà ad un panel più tardi, mercoledì, insieme al governatore della Banca d'Inghilterra Andrew Bailey, al presidente della BCE Christine Lagarde e al governatore della BOJ Kazuo Ueda.