TOKYO (awp/ats/ans) - Rallenta la crescita dell'inflazione in Giappone, in linea con l'affievolirsi dell'aumento dei costi energetici, mantenendosi comunque sopra l'obiettivo del 2% della Banca del Giappone per il secondo anno consecutivo.

Secondo i dati governativi, l'indice dei prezzi al consumo in marzo, escluse le componenti più volatili, si assesta al 2,6%, dal 2,8% di febbraio, mentre per l'intero anno fiscale - che in Giappone termina a fine marzo, i prezzi sono cresciuti del 2,8%, in ridimensionamento rispetto all'aumento del 3% un anno prima.

In base alle attuali dinamiche gli analisti anticipano un ulteriore ritocco del costo del denaro da parte della Bank of Japan (BoJ), dopo la decisione in marzo dell'istituto di porre fine alla politica dei tassi negativi per la prima volta in 17 anni; una scelta che riflette la fiducia del board sulle trattative sindacali di primavera che riguardano gli aumenti salariali accordato dalle grandi aziende, garantendo una maggiore sostenibilità dei consumi.

In questa direzione preoccupa la persistente debolezza dello yen - che ha raggiunto i livelli più bassi degli ultimi trent'anni sul dollaro, continuando a mettere pressione sui prezzi attraverso i costi più onerosi delle importazioni. A tal proposito il governatore della BoJ, Kazuo Ueda, ha ribadito di non escludere un cambiamento della politica monetaria se la svalutazione della divisa nipponica continuerà ad avere un impatto sull'inflazione. La banca centrale rilascerà le nuove previsioni sull'inflazione e sulla crescita economica al termine della riunione prevista la prossima settimana.