Falso allarme al ribasso mercoledì? I mercati azionari europei sono in rialzo del +0,9% all'1%: il CAC40 è tornato a 7.390, l'E-Stoxx50 a 4.440. Il CAC40 e l'Euro-Stoxx50 non hanno sfondato i minimi annuali dopo 10 sessioni di stagnazione all'interno di un canale stretto.


Il forte aumento dei tassi di interesse a breve (2 anni) e a lungo termine negli Stati Uniti avrebbe potuto avere un impatto molto maggiore su Wall Street rispetto alla perdita media dello 0,5% della sera precedente, ma non è stato così. Le perdite sono già state ampiamente cancellate sul Nasdaq (+1%) alla ripresa delle contrattazioni, mentre l'S&P500 ha recuperato lo 0,4% rispetto allo 0,6% perso ieri.


I 'dati del giorno' sono piuttosto contraddittori negli Stati Uniti, con un calo dell'indice di attività Philly FED (previsto a -7, è risultato a -10,6), che viene contraddetto da un aumento del +1,9% dei permessi di costruzione negli Stati Uniti (a 1,495 milioni), mentre gli avvii di abitazioni (-4,3%) sono scesi meno del previsto, a 1,46 milioni rispetto agli 1,43 milioni stimati.



Il settore immobiliare statunitense sta quindi continuando il suo andamento contrastante, con il recente calo dei tassi d'interesse che non è stato sufficiente a ravvivare la domanda frenata da prezzi storicamente elevati e da scorte basse. Ma la grande sorpresa è arrivata dal Dipartimento del Lavoro, che ha annunciato un calo di 16.000 nuove registrazioni per i sussidi di disoccupazione.

000 nuove registrazioni per i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti nella settimana dall'8 al 13 gennaio, a 187.000, uno dei punteggi più bassi degli ultimi 50 anni (degno della più pura 'piena occupazione'). La media mobile a quattro settimane - più rappresentativa della tendenza di fondo - si è attestata a 203.250 nella stessa settimana, con un calo di 4.750 unità rispetto alla settimana precedente.

750 rispetto alla media rivista della settimana precedente. Infine, il numero di persone che ricevono sussidi regolari è sceso di 26.000 unità a 1.806.000 nella settimana al 1° gennaio, il periodo più recente disponibile per questa statistica.

La tenuta duratura del mercato del lavoro statunitense giustificherà probabilmente una retorica più intransigente sul tema di un possibile allentamento delle condizioni finanziarie da parte dei membri della FED, che stanno monitorando sia l'inflazione (le cifre vanno nella giusta direzione) che l'occupazione (molti dipendenti = molto potere d'acquisto e rischio di pressione sui prezzi).


Christopher Waller, membro del Consiglio dei Governatori della Fed, ha sottolineato che se l'inflazione si sta dirigendo verso l'obiettivo del 2%, questo non dovrebbe far precipitare alcun taglio dei tassi. I partecipanti hanno anche dovuto digerire il discorso di Christine Largarde, Presidente della BCE, a margine del Forum Economico di Davos.



Ha deluso le speranze di un taglio dei tassi in primavera, affermando invece che un taglio è 'probabile' a giugno. 'La grande domanda al momento è se il 2024 inizia con una sbornia logica dopo una fine eccezionale del 2023, o se dobbiamo aspettarci un anno più difficile', riassume Jim Reid, analista di mercato di Deutsche Bank.

Questo contesto di incertezza sui tassi ha avuto un impatto sui Treasury decennali statunitensi, che continuano a peggiorare: il 'decennale' ha guadagnato +2 punti (dopo il +10% del giorno precedente) ed è tornato sopra il 4,1250%.


La pesantezza del mercato obbligazionario si sta amplificando anche in Europa, dove il rendimento del Bund tedesco decennale - il benchmark per l'Eurozona - è in rialzo di +3 punti percentuali, al di sopra del 2,3030%. Anche i nostri OAT sono in rialzo di +3 punti percentuali, al 2,8380%, e il 'decennale' italiano si sta stabilizzando, con il 'BTP' che si è stabilizzato al di sotto del 3,91% dopo il +8,5 punti del giorno precedente.



Il dollaro ha recuperato un po' di terreno (+0,2% secondo l'indice $) e l'euro è sceso dello stesso importo a 1,0855 dollari. Un barile di petrolio è rimasto perfettamente stabile a Londra giovedì, a 78 dollari, mentre l'oro è sceso di un ulteriore -0,5% a 2.013 dollari/oz, ossia -2,5% dal 1° gennaio. Copyright (c) 2024 CercleFinance.com. Tutti i diritti riservati.