L'indice blue-chip CSI300 ha chiuso in rialzo dello 0,92% a 5.417,68, ai massimi dal 16 gennaio 2008, mentre l'indice Shanghai Composite ha strappato lo 0,63% a 3.550,88.

Tra i migliori settori si segnalano quello bancario, in rialzo del 2,38% e quello healthcare, in rialzo dell'1,82%. Il settore finanziario e dei beni di consumo hanno guadagnato rispettivamente l'1,63% e l'1,25%.

A causa della debole domanda oltreoceano e della crescente pressione legata all'epidemia di coronavirus, all'interno della nazione e all'estero, le condizioni monetarie resteranno accomodanti, secondo quanto scritto in un nota di Li Hao, analista di Sealand Securities.

Le autorità cinesi hanno chiuso oggi alcune sezioni delle autostrade passanti attraverso la provincia di Hebei, intorno a Pechino, e hanno sospeso l'attività di un importante terminal di bus a lunga distanza nella capitale della provincia di Shijiazhuang, per contrastare un'altra ondata di contagi da coronavirus.

Nella provincia, che ieri ha adottato misure "da tempi di guerra", sono stati rilevati ieri 20 dei 23 nuovi casi di Covid-19 trasmessi internamente in Cina continentale, più del totale dei 19 casi visti nella provincia nei tre giorni precedenti.

L'attività nel settore dei servizi cinese è avanzata a un ritmo più lento a dicembre, secondo l'indice Pmi di Caixin/Markit pubblicato oggi, con gli sporadici focolai di coronavirus che hanno minato la fiducia dei consumatori e la crescita dei nuovi business.

L'indice minore Shenzhen ha perso lo 0,07% e l'indice start-up ChiNext Composite ha guadagnato lo 0,552%.

L'indice Hang Seng di Hong Kong chiude in rialzo dello 0,2% a 27.692,30.

(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Milano Maria Pia Quaglia)