(Alliance News) - Il Mib si muove poco sotto la linea della parità nella terza sessione della settimana, con l'asticella dei punti in area 34.200 - sempre sui massimi dal 2008 - mentre i trading desk esprimono cautela in vista dell'annuncio della decisione sui tassi Federal Reserve nel corso della giornata.

Sul fronte domestico, la produzione industriale italiana è calata sia su base mensile che su base annua a gennaio, estendendo il periodo di flessione, come comunicato dall'Istat mercoledì. Il dato ha registrato un calo dell'1,2% su base mensile a gennaio dopo essere aumentata dell'1,2% a dicembre, con quest'ultimo dato rivisto dall'iniziale incremento dell'1,1%.

Su base annua, la produzione industriale è scesa del 3,4% dopo essere diminuita dell'1,5% a dicembre, rivisto dall'iniziale calo dell'1,5%.

Il FTSE Mib, così, viaggia poco sotto la linea della parità a 34.246,23, il Mid-Cap cede lo 0,1% a 47.151,27, lo Small-Cap perde lo 0,5% a 27.296,42 e l'Italia Growth sale dello 0,3% a 8.134,93.

In Europa, il FTSE 100 di Londra cala dello 0,2%, il CAC 40 di Parigi cede lo 0,6%, mentre il DAX 40 di Francoforte sta avanzando dello 0,2%.

Sul Mib, DiaSorin sta cedendo l'1,7% con nuvo prezzo a EUR93,06 per azione, chiudendo il listino delle bluechip dopo due sedute chiuse con candela rialzista.

Poste Italiane - in calo del 2,7% - ha presentato mercoledì il nuovo piano strategico 2024-2026, che prevede una crescita degli investimenti e stima ricavi e utili in aumento in arco piano. Il dividendo è previsto non inferiore a EUR1,00 a partire dal 2026 mentre i ricavi sono attesi a EUR13,5 miliardi nel 2028, con una crescita media annua del 3%. L'utile operativo è previsto a EUR3,2 miliardi, con CAGR del 4%, e l'utile netto è atteso a EUR2,3 miliardi a fine piano, con crescita annua del 4%.

Eni sta invece cedendo l'1,5% a EUR14,33 per azione, dopo il 2,4% di verde della seduta precedente. Da menzionare che Beremberg ha tagliato il target price a EUR15,00 da EUR17,00.

Terna scambia invece con trend bullish del 4,3%, migliore del Mib con con nuovo prezzo a EUR7,90 per azione. Goldman Sachs ha portato la rialzo il target price di Terna a EUR7,95 rispetto a EUR6,65. La company ha inoltre comuniocato che Moody's ha confermato il rating di lungo termine 'Baa2' sulla società, con outlook Stabile.

Il rating - un notch superiore rispetto a quello dell'Italia - arriva in seguito alla presentazione del piano industriale 2024-2028, con gli investimenti più alti mai registrati nella storia di Terna, "volto a rafforzare il ruolo centrale della società quale abilitatore della transizione energetica e di un sistema elettrico sempre più articolato, sostenibile e innovativo", spiega l'agenzia.

Sulla scia di Moody's, anche S&P ha confermato il rating di lungo termine a 'BBB+' con outlook Stabile.

Per Prysmian - anch'esso nella ristretta cerchia dei rialzisti - il verde è invece dell'1,4%, con nuovo prezzo al nuvo massimo di 52 settimane a quota EUR49,38.

Sul segmento cadetto, avanza bene Fincantieri, che si porta su del 5,6% e aggiornando il massimo annuale a quota EUR0,6640.

Buoni acquisti anche su Mondadori, che avanza coin l'1,8% dopo lo 0,5% di rosso della vigilia.

Fitch Ratings ha comunicato mercoledì di aver migliorato l'outlook di Acea - cher avanza con l'1,2% - da Negativo a Stabile, confermando il long-term issuer default rating a 'BBB+'. Inoltre, l'agenzia di rating ha confermato lo short-term IDR a 'F2' e il long-term senior unsecured rating a 'BBB+'.

Saras si prezza invece a EUR1,78, invariato sulla seduta precdente. Da segnalare che sul titolo Barclays ha tagliato il target price portandolo a EUR1,75 da EUR1,70 per azione.

Juventus FC cede invece il 2,7%, con prezzo a EUR2,33, dopo due sedute chiuse con candela rialzista.

Sullo SmallCap, spinta su Softlab, che si prezza rialzista del 4,7% a EUR1,32. Il titolo - che manca allo stacco del dividendo dal 2003 - sul settimanale paga un passivo di quasi il 6%.

B&C Speakers - in attivo dello 0,3% - ha fatto sapere martedì di aver chiuso il 2023 con un utile complessivo di gruppo pari a EUR13,9 milioni, in crescita del 13% da EUR12,3 milioni al 31 dicembre 2022. La società ha proposto di distribuire un dividendo di EUR0,70 per azione da EUR0,60 nel 2022.

FILA - in rosso del 3,3% - martedì ha fatto sapere di aver chiuso il 2023 con ricavi consolidati pari a EUR779,2 milioni da EUR764,6 milioni al 31 dicembre 2022. L'utile netto normalizzato nel periodo è pari a EUR40,6 milioni da EUR42,8 milioni al 31 dicembre 2022. La società ha fatto sapere di aver proposto di distribuire un dividendo per un importo complessivo massimo di EUR6,1 milioni, confermando quello di EUR0,12 per azione del 2022.

Eurotech - in doppia cifra ribassista con oltre l'11% - ha comunicato di aver chiuso il 2023 con una perdita netta di EUR3,1 milioni rispetto al passivo di EUR1,6 milioni del 2022. I ricavi sono scesi a EUR93,8 milioni da EUR94,3 milioni mentre, a cambi costanti, si registrerebbe un aumento del 3,6% su base annua.

Fra le PMI, Growens avanza con il 3,9%, premiato da buoni conti del 2023. La società ha terminato lo scorso anno con un utile netto di EUR53,2 milioni, rispetto al rosso di EUR2,5 milioni contabilizzato nel 2022, "come risultato delle operazioni straordinarie di dismissione realizzate nel 2023".

A fine 2023 la posizione finanziaria netta era positiva per EUR42,10 milioni, rispetto a EUR66.000 della fine del 2022.

Italian Wine Brands - in verde del 2,8% - ha comunicato mercoledì di aver concluso il programma di acquisto di azioni proprie. Nell'ambito del piano, la società ha rilevato 30.000 azioni proprie, pagandole mediamente EUR17,58 ciascuna, per un controvalore complessivo di EUR527.000 circa.

La coda del listino è per Imprendiroma, che segna un meno 4,3% a EUR2,24, in scia allo stesso passivo della vigilia.

Confinvest cede invece il 4,1%, facendo seguito alla contrazione del 3,3% di martedì sera.

A New York, il Dow ha chiuso martedì in rialzo dello 0,8% a 39.110,76, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,4% a 16.166,79 e l'S&P 500 è salito dello 0,6% a 5.178,51.

Tra le valute, l'euro passa di mano a USD1,0842 contro USD1,0860 registrato in chiusura azionaria europea di martedì mentre la sterlina vale USD1,2694 da USD1,2719 di martedì sera.

Il Brent vale USD86,43 al barile contro USD86,63 al barile di martedì in chiusura. L'oro, invece, scambia a USD2.152,96 l'oncia da USD2.154,43 l'oncia di martedì sera.

Il calendario macroeconomico prevede le scorte di greggio USA alle 1530 CET. Ma il catalizzatore di giornata sarà la decisione della Federal Reserve, in arrivo alle 1900 CET.

Di Maurizio Carta, Alliance News reporter

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